1000 giorni di opposizione

Cosa ha fatto Cappellacci per la Sardegna? Come ha reagito il PD e quali sono state le sue controproposte? Ecco il riassunto di 1000 giorni all’opposizione del Partito Democratico in Sardegna: Lavoro, Sanità, Politiche sociali, Scuola, Cultura, Governo del territorio, Energie rinnovabili, Diritto alla mobilità, Industria e agricoltura, Vertenza entrate.

 

Lavoro

Cosa ha fatto Cappellacci

La creazione di nuovi posti di lavoro è strettamente legata alla competitività delle imprese sarde spesso minata dai costi aggiuntivi derivanti dalle inadeguatezze infrastrutturali di cui soffre la nostra regione.

La Giunta Cappellacci ha bloccato la realizzazione delle opere infrastrutturali (strade, porti, aeroporti, reti energetiche, informatiche, gas) – permettendo al governo di tagliare i fondi FAS, ovvero, i fondi europei destinati alle infrastrutture – e ha lasciato che lo Stato cancellasse il trasporto merci marittimo-ferroviario.

Ha approvato il Piano per il Lavoro con la promessa di una crescita esponenziale dell’occupazione che poi non si è realizzata perché le politiche del lavoro sono un utile sostegno ad un sistema produttivo dinamico. Ma in Sardegna molte imprese non assumono o chiudono perché la crisi è strutturale a cominciare dal comparto metalmeccanico, metallurgico e chimico.

Cosa ha fatto il PD

Il PD ha chiesto di avviare subito un piano per le infrastrutture per un vero rilancio del sistema produttivo e dell’occupazione

  • Aprire una vertenza con il governo nazionale al fine di:
    – potenziare le infrastrutture;
    – ristabilire il trasporto merci ferroviario per il continente;
  • Finanziare un piano per le opere immediatamente cantierabili.
  • Approvare immediatamente il programma per l’innovazione e la ricerca, con la spesa dei fondi POR, per rendere maggiormente competitivo il sistema produttivo.
  • Migliorare e qualificare i Servizi per l’impiego.
  • Promuovere la realizzazione di un sistema integrato di sicurezza sul lavoro.

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Sanità

Cosa ha fatto Cappellacci

La Giunta Regionale dopo annunci roboanti, non è riuscita ancora ad attuare alcun miglioramento della qualità dei servizi sanitari offerti ai cittadini sardi. Il centrodestra ha proposto una (pseudo) riforma sanitaria che avrebbe il solo effetto di moltiplicare il numero di aziende ospedaliere, gli incarichi politici e i posti di sottogoverno e di cambiare il nome delle ASL in ASP, con sperpero del denaro pubblico necessario per cambiare insegne, marchi, carta intestata, modulistica etc.

Nel frattempo il deficit sanitario è fuori controllo, le liste d’attesa si allungano, il CUP (Centro Unico di prenotazione) non funziona. E i sardi soffrono sulla loro pelle il non governo del settore.

Cosa ha fatto il PD

Il PD ha proposto di dare continuità alla rigorosa opera di riforma avviata nella passata legislatura per promuovere una sanità maggiormente centrata sulla prevenzione e sul territorio e meno sull’ospedalizzazione

Il gruppo del PD ha denunciato l’inadeguatezza delle proposte del centrodestra – peraltro mai arrivate a definitiva approvazione in Consiglio regionale – ed ha sostenuto la necessità di dare continuità alla rigorosa opera di riforma avviata nella passata legislatura con i miglioramenti necessari per promuovere una sanità maggiormente centrata sulla prevenzione e sui servizi sul territorio e meno sull’ospedalizzazione.

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Politiche sociali

Cosa ha fatto Cappellacci

Con la motivazione di reperire risorse per le famiglie colpite dalla vertenza Equitalia, la Giunta Regionale non ha trovato di meglio, in un momento particolarmente grave di crisi economica e sociale, che tagliare 10 milioni di euro di fondi ai Comuni per le famiglie in condizioni estreme di povertà. Si toglie a famiglie in difficoltà, per dare ad altre famiglie in difficoltà mettendo i sardi in situazione di grave disagio, gli uni contro gli altri.

Nel campo dell’assistenza alle persone con disagio mentale, la Giunta si è limitata a copiare le linee guida del Veneto, senza contestualizzare gli interventi alla specifica situazione della Sardegna.

Cosa ha fatto il PD

In un momento di crisi non si taglia sul sociale. Il PD ha proposto in Consiglio regionale di riportare i finanziamenti della legge 162 ad almeno 116 milioni di euro

In un momento di crisi non si taglia sul sociale. Il PD ha proposto in Consiglio regionale di riportare i finanziamenti della legge 162 ad almeno 116 milioni di euro contro i 102 milioni di euro spesi, stanziati quest’anno dalla Giunta Regionale.

Un taglio ingiustificato di ben 14 milioni di euro che ha colpito 30 mila famiglie sarde.

Va ricordato che ogni euro speso in favore delle famiglie in difficoltà significa risparmiarne almeno 3 in spesa sanitaria.

Il PD ha poi chiesto alla Giunta Regionale di aprire una vertenza con lo Stato per i tagli ai fondi sul sociale dell’ultima manovra del governo Berlusconi.

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Scuola

Cosa ha fatto Cappellacci

La Giunta Regionale ha smantellato le politiche per il potenziamento dell’offerta formativa volute nella scorsa legislatura dal centrosinistra e ha fatto diventare la scuola pubblica oggetto di tagli e di ridimensionamenti che avviliscono le potenzialità delle autonomie scolastiche e il rafforzamento del diritto ad una istruzione di qualità che sia indipendente dal luogo di residenza e dalle condizioni economiche e sociali dei nostri giovani.

Sulla rete scolastica la Giunta Regionale è stata incapace di aprire con il governo nazionale una vertenza che facesse valere le specificità dell’isola. il risultato è stato che, in questi due anni e mezzo, a partire dal nefasto accordo Baire-Gelmini, la Regione ha tamponato in maniera sporadica, con i soldi dei sardi, obblighi per il diritto all’istruzione che dovrebbero essere di competenza dello stato.

Cosa ha fatto il PD

Il gruppo PD ha presentato una proposta organica su istruzione e formazione professionale (PL 305). La proposta di legge è incentrata sullo sviluppo delle potenzialità delle future generazioni

Il gruppo PD in Consiglio regionale ha denunciato in Aula la drammaticità della situazione della scuola pubblica in Sardegna e nell’assenza di un qualsiasi intervento o disegno di legge per l’istruzione da parte della Giunta Regionale, ha presentato una proposta organica su istruzione e formazione professionale (pL 305). La proposta di legge è incentrata sullo sviluppo delle potenzialità delle future generazioni. La legge ribadisce la centralità della scuola pubblica e la pari dignità tra istruzione e formazione professionale nella previsione che i ragazzi completino con successo l’intero percorso di studi. La legge prevede un unico percorso per l’adempimento dell’obbligo di istruzione e formazione a sedici anni, guidato e coordinato dalla scuola pubblica.

La Giunta Regionale ha smantellato le politiche per il potenziamento dell’offerta formativa volute nella scorsa legislatura dal centrosinistra e ha fatto diventare la scuola pubblica oggetto di tagli e di ridimensionamenti che avviliscono le potenzialità delle autonomie scolastiche e il rafforzamento del diritto ad una istruzione di qualità che sia indipendente dal luogo di residenza e dalle condizioni economiche e sociali dei nostri giovani.

Sulla rete scolastica la Giunta Regionale è stata incapace di aprire con il governo nazionale una vertenza che facesse valere le specificità dell’isola. il risultato è stato che, in questi due anni e mezzo, a partire dal nefasto accordo Baire-Gelmini, la Regione ha tamponato in maniera sporadica, con i soldi dei sardi, obblighi per il diritto all’istruzione che dovrebbero essere di competenza dello stato.

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Cultura

Cosa ha fatto Cappellacci

Il settore della Cultura, piagato da continui tagli nazionali, dalle condizioni di precarietà di molti degli operatori e dalla mancanza di un’adeguata programmazione regionale, è stato colpevolmente dimenticato dalla giunta Cappellacci.

Sono state trascurate le specificità culturali e le potenzialità dei paesi dell’interno e dei piccoli comuni della Sardegna nei quali si accentuano i fenomeni di spopolamento.

Nel frattempo le leggi regionali di riforma in materia di beni culturali, istituti e luoghi della cultura (LR 14/2006) e di spettacolo (LR 18/2006), approvate nella scorsa legislatura, sono rimaste lettera morta.

Cosa ha fatto il PD

Il PD ha presentato due disegni di legge che hanno l’obiettivo di porre fine all’incertezza nei servizi e al precariato degli operatori del settore

Il PD ha presentato due disegni di legge che hanno l’obiettivo di valorizzare il sistema museale e dei beni culturali e di porre fi ne all’incertezza nei servizi e al precariato degli operatori del settore.

Dopo aver sollecitato la discussione sulla drammatica situazione del settore dello spettacolo in Sardegna – dovuta in gran parte alla mancata applicazione, da parte della giunta, delle previsioni della legge regionale n. 18 del 2006 -, il PD è riuscito a far approvare un ordine del giorno che impegna la giunta a svolgere i dovuti compiti di programmazione, coordinamento e indirizzo e a rendere disponibili e spendibili i fondi POR-FESR 2007-2013 destinati al sostegno e alla valorizzazione delle imprese legate all’economia della creatività, dell’arte e dello spettacolo.

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Governo del territorio

Cosa ha fatto Cappellacci

Nel Piano Casa, la Giunta Regionale non si è accontentata di proporre un testo normativo che prevedesse la possibilità di ampliamenti volumetrici in deroga alla pianificazione urbanistica comunale nelle zone urbane, ma ha cercato di derogare al Piano Paesaggistico (PP R) prevedendo la possibilità di riprendere la cementificazione dell’agro e nelle coste, anche nella fascia entro i 300 metri dal mare. L’ossessione urbanistica non si è placata ed è proseguita con una proroga dei termini di applicazione e con una corsia preferenziale per la legge sul Golf. Una norma che parla poco di Golf e molto di villette e cemento. Fino a 3 milioni di nuovi metri, anche ad un chilometro dal mare, di nuovo in deroga a PPR, e agli strumenti urbanistici comunali.

Cosa ha fatto il PD

Il PD sulla legge sul Golf ha abbandonato l’Aula prima del voto degli articoli che consentono nuove deroghe agli strumenti urbanistici

Il PD ha condotto sul Piano Casa una campagna durissima che ha consentito di cancellare in Aula a voto segreto moltissime disposizioni del testo e di bocciare, a voto segreto, una seconda versione del Piano Casa ancora più permissiva e peggiorativa rispetto alla prima. Sulla legge sul Golf ha abbandonato l’Aula prima del voto degli articoli che consentono nuove deroghe agli strumenti urbanistici, per prendere le distanze dalla pochezza politica di una Giunta e di una maggioranza che, anche in momenti di grave crisi economica e sociale, rinunciano a proporre riforme in grado di dare risposte al bisogno di lavoro e di crescita economica e sembrano avere, come unica ricetta, la cementificazione del territorio e delle coste a discapito di un modello di sviluppo sostenibile per le future generazioni.

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Energie rinnovabili

Cosa ha fatto Cappellacci

Le delibere della Giunta Regionale del marzo 2010 scritte sotto l’impulso delle indagini della Magistratura sui rapporti Cappellacci-Verdini-Carboni e poi ritirate in seguito a rilievi del TAR, hanno per lungo tempo bloccato i piccoli impianti di produzione di energie rinnovabili, quelli maggiormente in grado di far partecipare famiglie e imprese sarde alla torta degli incentivi statali.

Il parco di grandi impianti eolici e fotovoltaici raggiungerà presto i 1200MW, molto vicino ai massimali fissati dal gestore delle rete, per garantire la stabilità della rete elettrica regionale. Il Progetto Sardegna CO2.0 che dovrebbe rendere autosufficienti, dal punto di vista energetico, una rete di piccoli comuni, toglie risorse allo sviluppo del solare termodinamico e interviene a danno ormai fatto. Per la Sardegna si prospetta l’ennesima occasione persa di creare lavoro e ricchezza attraverso lo sviluppo delle energie rinnovabili.

Cosa ha fatto il PD

Il PD ha proposto l’immediata approvazione del nuovo pi ano energetico regionale

Le indagini della Magistratura sui rapporti del Presidente della Regione con gruppi affaristici legati al business dell’eolico hanno portato l’opposizione a discutere una mozione di sfiducia al presidente Cappellacci respinta dalla maggioranza.

Il PD in Consiglio regionale ha promosso, attraverso proposte di legge e mozioni, l’immediata approvazione del nuovo piano energetico regionale, PEARS, che:

  • favorisca i piccoli impianti attraverso una decisa semplificazione delle procedure per gli impianti sotto 1MW e la liberalizzazione di quelli sotto i 20KW;
  • programmi la localizzazione di produzione e consumi con lo sviluppo di reti energetiche intelligenti a generazione diffusa sul territorio regionale;
  • promuova la qualificazione energetica del patrimonio edilizio a cominciare da quello pubblico;
  • incentivi la mobilità sostenibile con lo sviluppo del trasporto pubblico e dei veicoli a trazione pulita.

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Diritto alla mobilità

Cosa ha fatto Cappellacci

Solo azioni disperate e occasionali: due navi in affitto per tre anni non bastano a giustificare l’assenza di una seria politica dei trasporti che ha visto avvicendarsi tre diversi assessori in poco più di due anni. Crollo verticale degli sbarchi nella stagione estiva, conseguenza del caro traghetti, frutto della privatizzazione della Tirrenia dove il governo ha scelto di inserire – per rendere più appetibile agli armatori l’acquisizione di un’azienda con una flotta vetusta e personale sovradimensionato – anche il rinnovo della convenzione per le rotte sarde con la garanzia di contributi per quasi 600 milioni di euro. Tutto senza un’efficace opposizione della Regione.

Se la continuità territoriale marittima non esiste, quella aerea è in proroga. Sono trascorsi infatti due anni dagli annunci in pompa magna della tariffa unica da parte della giunta Cappellacci, ma l’unico risultato raggiunto è il caos nei cieli, dove le compagnie fanno quello che vogliono senza alcun meccanismo di controllo da parte della Regione.

Cosa ha fatto il PD

Bandire una gara pubblica con oneri di servizio per l’affidamento dei collegamenti merci e passeggeri, aperta a tutti, a vantaggio dei sardi

Affermare in maniera moderna il diritto alla mobilità dei sardi. Applicare al trasporto marittimo da e per la Sardegna lo stesso principio del trasporto aereo: bandire gara pubblica con oneri di servizio per l’affidamento dei collegamenti merci e passeggeri, aperta a tutti, per selezionare l’operatore in grado di garantire il miglior vantaggio complessivo per i sardi in termini di numero di rotte e di porti interessati (al fi ne di favorire l’utilizzo nei trasporti delle vie del mare e l’integrazione mediterranea), frequenze, velocità, qualità del servizio e del naviglio, tariffe. La Sardegna deve sviluppare un sistema aeroportuale integrato sui tre siti principali per garantire la continuità territoriale di persone e merci e proseguire nello sviluppo del low cost. occorre, inoltre, riprendere il percorso di modernizzazione del sistema ferroviario avviato nella precedente legislatura.

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Industria e agricoltura

Cosa ha fatto Cappellacci

Cappellacci ha assistito inerme al progressivo smantellamento dell’industria a cominciare dal sito industriale di Porto Torres dove si è chiuso sia il Petrolchimico, che la Vinilys, all’area industriale di Portovesme, dove con la chiusura dell’Eurallumina e dell’Alcoa si è cancellato il polo di eccellenza dei materiali non ferrosi.

Nel comparto agricolo si è assistito ad una assenza totale di azioni concrete. Per quanto riguardo il settore agro-pastorale la LR 15/2010 che doveva affrontare il tema del rilancio produttivo è largamente disattesa. Cosi come è inattuata la legge sulla salvaguardia dei prodotto agricoli sardi (LR 1/2009). Totale assenza nella gestione e rilancio del settore vitivinicolo.

Questa assenza di politiche industriali ha portato una perdita in valore assoluto di oltre 35.000 addetti nel solo settore industriale, mentre il contributo di valore aggiunto ha toccato il minimo storico attestandosi al 10%, contro una media nazionale del 25%. Nel settore agricolo prosegue la crisi del sistema delle imprese che ha portato anche a manifestazioni di protesta.

Cosa ha fatto il PD

Il PD ha costantemente incalzato la Giunta Regionale per l’avvio di un confronto negoziale con Eni e Governo

Il PD, attraverso la presentazione di proposte di legge, mozioni e interpellanze, ha costantemente incalzato la Giunta Regionale per l’avvio di un confronto negoziale con Eni e Governo, perché il comparto chimico e quello metallurgico della Sardegna assumessero una valenza nazionale.

Il PD, consapevole che il consolidamento e lo sviluppo dell’intero comparto industriale, passa necessariamente per una dotazione infrastrutturale competitiva con gli altri sistemi concorrenti a partire dal costo energetico, sia termico che elettrico, ha chiesto l’immediato avvio della gara internazionale per la concessione integrata del carbone Sulcis e l’avviso di gara per la concessione relativa allo sfruttamento della Fluorite.

Il PD ha presentato una proposta di legge sulla biodiversità in agricoltura con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio genetico delle nostre produzioni agricole ed una proposta di legge per l’utilizzo in agricoltura delle fonti di energia rinnovabili a sostegno del reddito delle imprese agricole. Ha preparato e fatto approvare una risoluzione della Commissione Agricoltura per il rilancio e la salvaguardia dei principali vini DO C della Sardegna.

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Vertenza entrate

Cosa ha fatto Cappellacci

Cappellacci ha rinunciato a difendere il grande successo della vertenza entrate del 2007 che a regime doveva portare alla Sardegna oltre 1600 milioni di euro all’anno, il 30% delle risorse proprie della Regione.

La giunta è caduta nella trappola del governo nazionale accettando di posporre l’applicazione della riforma statutaria all’approvazione di specifiche norme di attuazione da parte della Commissione paritetica stato-Regione. norme che, dopo un tormentato iter durato quasi un anno, non sono mai state approvate dal Consiglio del Ministri.

Il risultato finale è che non solo la Sardegna non si troverà a poter spendere 1600 milioni di euro in più, ma che i tagli alla spesa delle manovre del governo, avranno un impatto sul bilancio della Regione di quasi 500 milioni all’anno di tagli, bloccando definitivamente le risorse per qualsiasi politica di sviluppo.

Cosa ha fatto il PD

Il PD ha proposto, da subito, di aprire un contenzioso sulla mancata applicazione della vertenza entrate

Attraverso mozioni e ordini del giorno, alcuni approvati anche dalla maggioranza, il gruppo del PD in Consiglio regionale ha proposto, da subito, di aprire un contenzioso sulla mancata applicazione della vertenza entrate impugnando le Finanziarie nazionali e sollevando il conflitto di attribuzione con lo stato presso la Corte Costituzionale.

Purtroppo la Giunta Regionale non ha dato seguito agli ordini del giorno del Consiglio, preferendo una tattica attendista che ha avuto l’effetto di mettere la Sardegna in una posizione di grande debolezza nei confronti del governo.

Le ripercussioni rischiano di essere gravissime non solo sul tema delle entrate, ma anche sull’attuazione del federalismo fi scale, appuntamento al quale la Sardegna si sta presentando in grande ritardo, senza punti fermi sull’attuale livello delle entrate e senza studi adeguati sui ritardi infrastrutturali materiali e immateriali che devono essere oggetto della trattativa per le risorse del fondo nazionale di perequazione previsto dalla stessa normativa sul federalismo fiscale.

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