Per la chimica sarda servono fatti concreti e immediati. Basta parole

Pur rimanendo enormemente preoccupati per la drammatica crisi del comparto industriale chimico della Sardegna, esprimiamo la nostra soddisfazione per l’approvazione unanime, da parte della Commissione Industria del Consiglio regionale, della Risoluzione sulle iniziative per affrontare questa crisi.

La maggioranza ha accolto tutte le proposte avanzate dal Partito Democratico, rivolte in particolare a richiamare Governo e ENI ad affermare in termini chiari e inequivocabili come intendano far ripartire gli investimenti negli stabilimenti sardi ed evitare così che l’intero comparto vada al tracollo.

Abbiamo chiesto fatti concreti e immediati: che sia convocato il Tavolo territoriale per l’attuazione dell’Accordo di programma del 2003, e che lo Stato metta a disposizione i 200 milioni di risorse statali previsti; che il Governo chiarisca come intende assicurare la continuità operativa di Vinyls Italia; che siano chiarite le ragioni sia dell’iniziale valutazione positiva del piano industriale presentato da Fiorenzo Sartor, sia del suo rapidissimo abbandono. Vogliamo infatti capire come è stato possibile consentire a una multinazionale come Ineos di lasciare la Sardegna senza nessun accertamento sui costi sociali e ambientali delle sue scelte, che ora ricadranno con tutta probabilità a carico del pubblico erario. Infine abbiamo invitato la Giunta a rivendicare con forza il recupero delle risorse FAS destinate alla bonifica e alla riqualificazione ambientale dei siti industriali della Sardegna. Circa 500 milioni di euro che il Governo Prodi aveva assegnato alla Sardegna nel dicembre 2007 (delibera CIPE n . 166/2007) e che a marzo il Governo Berlusconi ha riportato nella disponibilità dello Stato. È l’ennesimo scippo di risorse della Regione da parte del Governo Berlusconi, ed è l’ennesima volta che siamo costretti a ricordare a Cappellacci che appena pochi mesi fa –  ovviamente in campagna elettorale – il “presidente amico della Sardegna” si era impegnato a sostenere e aiutare in ogni modo la Regione, in caso di successo del centrodestra. C’è stato il successo, ma nessuna promessa è stata mantenuta, nessuna richiesta di Cappellacci è stata soddisfatta.

Dunque, dopo le vane promesse elettorali (basta vedere l’incredibile comunicato ufficiale di Palazzo Chigi del 15 gennaio  e le trionfali dichiarazioni di Cappellacci del 13 febbraio), le parole e le promesse di Cappellacci (da ultimo agli Stati generali della provincia di Sassari lo scorso 15 maggio), e le sconfortanti dichiarazioni rilasciate la scorsa settimana dall’assessore Farris alla Commissione industria del Consiglio, secondo la quali dobbiamo stare tranquilli perché “a Roma il Governo si sta occupando della cosa, e sicuramente farà ottime cose”, evidentemente ora anche la maggioranza in Consiglio regionale ha compreso che è giunta l’ora di risposte chiare: quali investimenti vengono attivati, quali piani industriali vengono apprestati, quali soggetti vengono coinvolti per superare questa crisi. Lo sciopero generale indetto per il prossimo 24 giugno è l’ultimo appello. Ci auguriamo che la Giunta regionale abbia finalmente compreso che è necessario attivarsi perché prima di quella data il Governo e l’Eni assumano decisioni capaci di invertire la rotta, e non più impegni e promesse senza fondamento.

Marco Meloni (Consigliere regionale PD, vicepresidente Commissione Industria e Lavoro)
Gianpaolo Diana (vicecapogruppo PD, Commissione Industria e Lavoro)
Pietro Cocco (Consigliere regionale PD, Commissione Industria e Lavoro)

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Documenti

Nota stampa della Presidenza del Consiglio del 15/1/2009

Le dichiarazioni di Cappellacci del 13/2/2009

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