Alfano non ci sorprende mai, neppure a Ferragosto rispetta la Costituzione

Anche il giorno di Ferragosto, imperterrito, il ministro Alfano si esibisce in una delle sue specialità, la “lettura selettiva” della Costituzione. “La sovranità appartiene al popolo”, ci ricorda infatti Alfano, fingendo di dimenticare che il secondo comma dell’articolo 1 prosegue affermando che il popolo esercita tale sovranità “nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

La vera violazione della Costituzione, che il ministro della Giustizia dovrebbe guardarsi bene dal sostenere o avvalorare, è sostenere che, nel caso di liquefazione di una maggioranza, non ci sia alternativa alle elezioni. Ed è gravissimo che proprio da lui giungano indebite e arbitrarie pressioni sull’esercizio, da parte del Capo dello Stato, delle prerogative che la Costituzione gli assegna in materia.

Quanto all’incerto concetto di “senso comune”, che a suo dire farebbe della nostra una Repubblica presidenziale, Alfano dovrebbe ricordare che sul tema il popolo si è espresso, nelle forme previste dalla Costituzione, ma proprio nel senso avverso a quanto egli sostiene: bocciando, nel referendum del 2006, le modifiche costituzionali che concentravano troppi poteri sul premier, compreso quello di chiedere lo scioglimento del Parlamento.

Chiedere alla (ex?) maggioranza la saggezza di riconoscereche il Porcellum è una legge disastrosa che sottrae ogni potere ai cittadini e non dà stabilità agli esecutivi è, mi rendo conto, molto. Ma chiedere al ministro della Giustizia di rispettare la Costituzione sulla quale ha giurato, è addirittura troppo?

Marco Meloni, responsabile Riforma dello Stato segreteria PD