Bersani vincerà nonostante Fassina
Con l’intervento di oggi pubblicato sul Foglio, dal titolo ‘Rottamare l’agenda Monti’ a firma di Stefano Fassina, si è passato il segno. Tra tante analisi di sistema, più o meno condivisibili, vi è una inaccettabile conclusione che appare in stridente contraddizione con tutto ciò che di positivo il Partito Democratico ha fatto in questi mesi, sostenendo il governo Monti o contribuendo a correggerne gli errori. Un governo che ha restituito credibilità e decoro all’Italia e ha permesso la fine della lunga esperienza berlusconiana. Le tesi espresse nell’articolo contro l’agenda Monti sono smentite nella realtà dall’impostazione che il Pd ha sposato e dalle scelte che Bersani ha compiuto, da ultimo anche con il chiarissimo, e ineccepibile, intervento in Assemblea Nazionale. Nei fatti, in Parlamento e nel Paese, il Partito Democratico e il suo segretario si sono dimostrati determinanti per il sostegno a questi dieci fondamentali mesi di attività dell’esecutivo. Noi abbiamo voluto per primi Monti, caricandoci anche responsabilità non nostre. Noi rivendichiamo la giustezza di quella scelta. La condivisione profonda di quanto è stato compiuto e la necessità di una continuità programmatica nel prossimo governo è sancita, peraltro, dalle conclusioni della Carta d’intenti, ribadite e votate dall’Assemblea di sabato all’unanimità. In particolare laddove si dice che la coalizione si impegna a “assicurare il pieno sostegno, fino alla loro eventuale rinegoziazione, degli impegni internazionali già assunti dal nostro Paese o che dovranno esserlo in un prossimo futuro, nonché ad appoggiare l’esecutivo in tutte le misure di ordine economico e istituzionale che nei prossimi anni si renderanno necessarie per difendere la moneta unica e procedere verso un governo politico economico federale dell’eurozona”. È chiaro – a chi è dotato di buon senso e responsabilità – che qualunque primo ministro si candidi a succedere a Monti dovrà farlo in continuità con Monti stesso, per avere stabilità, far evolvere le politiche economiche italiane, far uscire definitivamente il Paese dalla crisi. Con le tesi espresse nel pezzo di Fassina un presidente del Consiglio, quale che sia, durerebbe in carica i giorni che intercorrono tra il suo insediamento e la prima asta dei titoli di Stato. Il Partito Democratico ha agito e assunto impegni diversi da quelli delineati dall’articolo uscito oggi sul Foglio. E Bersani è sempre stato inequivocabile da questo punto di vista. Motivo per tanti di noi determinante per appoggiarlo convintamente alle primarie del centrosinistra. Primarie che son certo vincerà, nonostante Fassina.