Catania: “Pd 110, alziamo la media all’università”

Questa l’iniziativa-tour di dodici tappe negli atenei italiani che il Pd ha deciso di compiere per ascoltare il mondo accademico: docenti, ricercatori, personale e studenti. E’ stata la volta di Catania dove in un’affollata Sala Bonaventura ne hanno discusso il responsabile Università e ricerca del Pd nazionale, Marco Meloni, il capogruppo al Senato Anna Finocchiaro e il segretario etneo Luca Spataro.

Introducendo l’incontro, il segretario provinciale ha posto l’attenzione su un fatto tutto siciliano facendo “appello alla Regione siciliana e al Governatore Lombardo rispetto al caso allarmante del fisico disabile Fulvio Frisone e al taglio di 40.000 euro per l’assistenza e le spese da affrontare nei tanti meeting, convegni ed appuntamenti all’estero del ricercatore di fama internazionale”.

“Ho parlato a lungo con la madre di Fulvio – ha aggiunto Spataro – e noi sosterremo questa battaglia di civiltà per dare la possibilità a questo intelligentissimo uomo siciliano di poter continuare a svolgere la sua professione ed offrire alla comunità scientifica mondiale il suo preziosissimo contributo”.

La parola è poi passata a Marco Meloni. “Il Pd ritiene che l’investimento in università e ricerca sia una questione decisiva per il destino dell’Italia. Per questo – ha detto- stiamo portando avanti il tema della riforma dell’università in testa alle priorità politiche del nostro partito. Il ddl Gelmini non affronta i nodi strutturali del sistema. Noi proponiamo un intervento riformatore più coraggioso e lungimirante. Poniamo sul tavolo temi nuovi e innovativi che sono stati finora ai margini della riflessione politica italiana”.

“Il governo di centrodestra – ha rilevato Meloni- ha fallito nell’obiettivo di voler fare approvare entro l’estate una riforma veloce senza che il malato si accorgesse che stava per morire. Ma ciò fortunatamente non è avvenuto”. “Le università devono funzionare meglio – ha chiarito- essere più efficienti e gli studenti devono essere liberi di scegliere dove andare a studiare”. Per il responsabile nazionale università del Pd “i tagli della riforma Gelmini, per come è impostata, aumentano pericolosamente un divario sociale e rendono definitiva una spaccatura territoriale nella formazione e tutto ciò non può essere concesso”.

La legge – ha osservato Meloni- deve prevedere quali sono le condizioni di ripartizione delle risorse che consentano anche agli atenei del Sud e delle Isole di capire in base a quali regole possono competere. Non deve valere il fatto che gli atenei del mezzogiorno, come quello importante di Catania, non siano competitivi”. “I paesi europei – ha concluso Meloni- anche quelli con le manovre più dure, e penso a Francia e Germania, danno grande importanza a università, ricerca e istruzione tanto che in un periodo di forte difficoltà economica sono stati esclusi dai tagli pesantissimi. Il nostro Paese invece è ‘incosciente’ perché rischia di uscire dalla crisi con un sistema dell’istruzione e dell’alta formazione totalmente incapace a ripartire”.

Anna Finocchiaro nel denunciare “la drammatica situazione finanziaria dell’università” e contestando “l’assenza di risorse nella manovra finanziaria” ha ricordato che “il Gruppo PD al Senato ha presentato una serie di emendamenti finalizzati principalmente a incrementare il Fondo di Finanziamento ordinario per l’Università di 800 milioni di euro per il 2011; derogare alla cancellazione degli scatti biennali per i soli giovani docenti e consentire anche per i docenti universitari il recupero alla fine del triennio degli scatti tagliati; abrogare le norme sul blocco del turn‐over e sulle limitazioni relative al rinnovo dei contratti temporanei”.