Consorzi, primi esami per il Pd

C’è da lavorare ancora di cesello per saldare la crepa aperta in maggioranza. Ma sulla riforma dei Consorzi industriali planata ieri in Consiglio per la discussione la differenza potrebbe farla il fattore-tempo. Se il centrosinistra non troverà l’accordo entro il 6 agosto, gli otto Consorzi provinciali saranno commissariati, anziché passare subito agli enti locali. Così stabilisce la Finanziaria 2008, ma così scongiura la commissione Industria col centrodestra che cala l’affondo: «Il monarca Soru non deciderà al posto del Consiglio».

I NODI. La bozza di riforma sintetizza tre diverse proposte di legge (le numero 162 e 163 del 2005 e la 305 del 2007), e Giovanni Giagu (Pd),presidente della commissione, non lo manda a dire: «L’assemblea è sovrana, abbiamo comunque lavorato seguendo gli indirizzi della Regione». Con una priorità: «Restituiamo a Comuni e Province un ruolo di centralità nella gestione del territorio, seguendo un’impostazione condivisa dai gruppi consiliari. Bisognava rimettere ordine al settore». Antonio Biancu, capogruppo del Pd, presenterà un emendamento per cancellare «il divieto dei Consorzi di acquisire nuove società o partecipazioni, con lo scopo esclusivo di erogare utilità». La Giunta è contraria.

ALTRE CORREZIONI. Più facile si presenta il confronto sul comma 2 dell’articolo 4 (Organi gestionali). Verrà stralciato: solo Province e Comuni, e non le Camere di Commercio, saranno rappresentate nei Cda. Rischio-tensione con l’articolo 6 (Soppressione di enti e procedure di liquidazione), da completare. L’asse Biancu-Giagu suggerisce una terna di commissari, mentre Soru vorrebbe un organo monocratico, indicato dall’esecutivo. «Ragionevolmente aggiunge il capogruppo Pd si può prevedere un solo liquidatore, su proposta del Consorzio e nominato dalla Giunta». Correzione sicura per l’articolo 3, commi 1 e 4. «I Consorzi saranno enti pubblici, ma non economici. E senza poteri di programmazione e attuazione, che spettano alle Province», chiarisce Chicco Porcu (Pd). Anche Luciano Uras (Prc) vigilerà «per difendere il principio di sussidiarietà». Marco Meloni (Pd) definisce invece i «consorzi industriali un freno allo sviluppo dell’economia sarda». Per questo, «è necessaria una riforma vera con competenze certe e regole trasparenti».

L’OPPOSIZIONE. Claudia Lombardo (FI) rivendica il ruolo dell’opposizione nel varo della riforma: «Il nostro apporto è stato determinante. Il centrosinistra dimostra totale mancanza di coesione politica e programmatica». Per Pietro Pittalis (Unione di centro), «questo dibattito è inutile. Il testo verrà travolto per assecondare il disegno centralista di Soru». Mario Diana (An) non è da meno: «Il presidente vuole appropriarsi delle aree industriali per fini elettoralistici». Secondo Mario Floris (Uds), «siamo davanti a una pseudo-riforma. Il salto di qualità si fa con una nuova legge elettorale, riducendo a sessanta il numero dei consiglieri».