Consorzi, riforma in aula senza intesa
Tempo scaduto, martedì la riforma dei consorzi industriali arriva in aula. Eppure la maggioranza è ancora incerta su alcuni punti non secondari della legge. Dopo l’accesa riunione del gruppo consiliare del Pd,in cui sono emersi i nuovi motivi di contrasto, una commissione ristretta (sempre del Pd) ha cercato di sciogliere i nodi insieme all’assessore all’Industria Concetta Rau. Ma non tutto è superato, e c’è la sensazione che Renato Soru sia intenzionato a considerare alcuni punti della sua proposta come irrinunciabili.
I NODI. Risolta la questione della forma dei nuovi consorzi industriali (enti pubblici, non più enti pubblici economici), c’è disaccordo su chi entrerà nei cda: solo Comuni e Province, come dice la Giunta, o anche le Camere di commercio, come chiede il presidente della commissione Industria, Giovanni Giagu? Ma il punto forse più delicato riguarda la transizione dai vecchi ai nuovi consorzi, e le funzioni che saranno esercitate dagli otto enti provinciali. Soru preferirebbe nominare un liquidatore unico per ciascun consorzio, con una cesura netta tra il prima e il dopo. L’ala-Giagu pensa a tre commissari: uno nominato dalla Regione, uno dalla Provincia e uno dal nuovo consorzio. Col compito di liquidare le quote dei vecchi consorziati e di presentare alla Giunta un piano di dismissioni. Tutto però si riversa sull’altra questione, le funzioni dei consorzi. Le più limitate possibili, dice il governatore. Sicuramente i nuovi consorzi perderanno tutte le attività legate alla gestione del servizio idrico (a partire dai depuratori), attratte dal gestore unico regionale. Per il trattamento dei rifiuti, le funzioni potrebbero restare ai nuovi consorzi ma solo finché non ci sarà la nuova legge regionale sulla materia. È uno dei punti su cui Soru potrebbe irrigidirsi.
A CONFRONTO. Una transizione di quel genere sarebbe «il modo migliore per non stoppare qualcosa che funziona», dice Silvio Cherchi, vicino alle posizioni di Giagu.«In altri campi, penso agli enti di promozione del turismo o all’Isola, dopo trasformazioni radicali il nuovo sistema ha tardato molto a decollare. È giusto riformare ampiamente i consorzi, ma senza temere che dietro le soluzioni più ragionevoli possa riemergere il passato che si vuole cancellare». Aderisce invece alle posizioni della Giunta Marco Meloni, che chiede di «fare bene gli ultimi passi: siamo vicini alla soluzione, ma dalla conclusione dipende il fatto che si approvi una riforma vera». Perché non ci sono dubbi sulla necessità di rivedere dal profondo il sistema: «Dobbiamo cancellare dice Meloni una pagina di incredibile arretratezza, in cui i consorzi hanno rappresentato per decenni un’oscura gestione del potere».
L’OPPOSIZIONE. Tra domani sera e martedì mattina dovrebbe concludersi il confronto tra il Pd e la Giunta,poi Soru dovrà discutere con gli alleati. E intanto inizierà l’esame in aula, che potrebbe nascondere insidie. Magari qualche voto segreto chiesto dall’opposizione. Per ora, dalla minoranza, il capogruppo di Forza Italia Giorgio La Spisa pur definendo «necessaria» la riforma esprime un netto no «al commissariamento degli attuali consorzi con la nomina, ovviamente, di uomini di fiducia dell’esecutivo. In capo al quale verrebbero così accentrati poteri enormi sul destino delle società di servizi, come la Tecnocasic, e sulla destinazione di aree preziosissime».(g.m.)