Corruzione: solo facciata l’intransigenza del Governo. La realtà sono le leggi ad personam

Le dichiarazioni odierne del Ministro Alfano hanno quantomeno il pregio della chiarezza: fino alle elezioni regionali, l’intransigenza di facciata di Berlusconi su corruzione ed etica pubblica, dal 29 marzo il solito copione del governo all’insegna dell’impunita’ e dei conflitti di interesse, a partire da quello del presidente del Consiglio.

All’esecutivo ribadiamo da mesi la nostra disponibilità a confrontarci sulle riforme sia istituzionali che economiche, che servono davvero al Paese. Se le riposte sono i toni da guerra civile evocati ieri da Berlusconi e la prosecuzione dell’iter di leggi ad personam e di provvedimenti rivolti a limitare le indagini dei magistrati e a imbavagliare la libertà di informazione, ancora una volta il Governo dimostra di non essere all’altezza del suo compito.

Altro che lo stupore e la preoccupazione ostentati nei giorni scorsi da Berlusconi. Il suo ministro della Giustizia, anziché discutere dei rimedi ai gravissimi episodi di illegalità diffusa e al “sistema” di intollerabile abuso nella gestione di risorse pubbliche che emergono dalle indagini, minimizza e annuncia che l’agenda del Governo non cambia: d’ora in poi indagini di questo tipo non se ne faranno più, e i cittadini in ogni caso non ne sapranno nulla.

Perlomeno il gioco del governo è venuto rapidamente allo scoperto, e si è evitata la contraddizione in termini di Berlusconi che “occupa” la campagna elettorale impartendo lezioni di etica pubblica e
moralità.

 

Marco Meloni