Dalla Gelmini solo chiacchiere. Più che una riforma è una scommessa al buio sulla pelle dell’università
Ancora una volta la distanza tra le parole del ministro Gelmini e la realtà è siderale. Appena pochi giorni fa, sui giornali e in Aula al Senato, il ministro aveva garantito alcuni interventi fondamentali per dare prospettive ai giovani ricercatori, sbloccando il reclutamento, per ridurre il precariato, per introdurre un giusto ricambio generazionale, adeguando l’età di pensionamento dei docenti agli standard europei.
Ebbene, nel provvedimento approvato oggi al Senato non c’è una sola novità, nessuna norma che dia una risposta a tali questioni. Nulla per i ricercatori, nulla per gli studenti. E ovviamente nessuna risorsa, ma solo generici impegni. Più che una riforma una riformetta, comunque inattuabile, fondata sulla parola d’onore di un governo alla cui parola non si può credere, perché finora sull’Università e sulla Ricerca ha saputo solo disinvestire. In altre parole, una scommessa al buio sulla pelle dell’Università.
Ma il ministro ha presente le condizioni della nostra Università? È purtroppo facile prevedere che a settembre gli Atenei avranno gli stessi identici problemi di oggi, tanto che sarà difficile persino il regolare avvio dell’anno accademico.
Non ci resta che auspicare che questa riforma sbagliata e priva di risorse possa essere modificata radicalmente dalla Camera dei Deputati.