Elezione diretta del Presidente del Consiglio: il mio primo intervento in aula

Elezione diretta del Presidente del Consiglio: il mio primo intervento in aula

Ecco il mio intervento durante la discussione in Senato sulle modifiche agli articoli 59, 88, 92 e 94 della Costituzione per l’elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri, il rafforzamento della stabilità del Governo e l’abolizione della nomina dei senatori a vita da parte del Presidente della Repubblica


Signor Presidente,
Onorevoli Senatrici e Senatori,


Questa proposta che apre il disegno di legge del Governo è una proposta che dice molto della impostazione di questa riforma e dice molto anche delle contraddizioni della confusione, dell’approssimazione con questa tua affrontato questo testo.

Da un lato, a me sembra che sia una riforma fotografia. Nel senso che, come dire un po’ esperienziale. Abbiamo imparato che Giorgia Meloni ha vinto le elezioni e cerchiamo di fare in modo che Giorgia Meloni abbia una maggiore quantità di potere, minori controlli, un potere sostanzialmente assoluto.

Il Presidente della Repubblica non è mai stato eletto direttamente dalla destra, quindi è un’istituzione da mettere un po’ i confini, un po’ da controllare.

I senatori a vita. Beh, qualche volta hanno osato votare contro qualche governo di destra, non votare la fiducia a un governo e quindi non ci piacciono, ci stanno antipatici. Questo è quello che avete sostanzialmente fatto in tutti questi anni, cioè definire questa istituzione come qualcosa che ha avversato qualche governo di destra e quindi adesso le puliamo. Però c’è anche una grande contraddizione perché forse un vostro sesto senso, penso perché, cosa intendo dire? Se fosse vero quello che pensate, beh voi le elezioni le dovete vincere.

Questa è una riforma scritta da chi pensa: vinco le elezioni, il Presidente della Repubblica lo elegge la maggioranza che viene eletta a traino del Presidente del Consiglio eletto e dunque potrebbe anche nominare il senatore a vita. Insomma, c’è una grande confusione.

Non avete capito bene, ma siccome c’è una categoria di soggetti che non vi stanno simpatici minate già dalle basi dal primo articolo i poteri di un soggetto che quello a cui tutti gli italiani danno la massima fiducia che dite che invece rimane intatto nei suoi poteri nelle sue prerogative, cioè l Presidente della Repubblica.

La realtà e che, lo dicono settimana per settimana i sondaggi, voi non avete la maggioranza del paese. La maggioranza parlamentare non ha la maggioranza del paese e la realtà è che un grande azzardo che contro la volontà della maggioranza degli italiani e senza la disponibilità dialogare a confrontare e cercare soluzioni condivise in Parlamento voi vogliate approvare, a colpi di maggioranza, questa riforma.

La realtà è che è un grande errore invece comprimere le prerogative del Presidente della Repubblica, che è un punto di equilibrio del sistema, che un punto di equilibrio del sistema, in quanto figura terza, cosa che voi non volete più che sia, se questa riforma venisse approvata, può individuare poche personalità meritevoli di rappresentare quel senso di terzietà.

Quando qui parla un Senatore a vita, una senatrice a vita, noi tutti ascoltiamo un punto di vista che sappiamo essere non di parte. E allora cosa conta chi ha eletto quel Presidente della Repubblica se, nella definizione attuale dell’equilibrio istituzionale il presidente assume una terzietà che gli consente di individuare personalità di altissimo livello che possono essere stesse portare con la terza età nel lavoro parlamentare.

La realtà è che finché non capirete, forse lo capirete dopo le elezioni perché evidentemente questa anche questa fretta, per cui dobbiamo assolutamente prima nel 9 giugno fare non si sa bene che cosa, questo primo passaggio, e spero poi anche gli altri perché non avete approvato un ordine del giorno che dice che tutti i passaggi parlamentari devono essere sostanziali, cioè capaci di entrare nel merito della riforma e questo è molto grave, è molto pericoloso.

La realtà, e ho concluso presidente, è che finché non capirete che non ha senso procedere in questo modo e costringere il paese a votarvi contro un referendum giocare una possibilità di riforme vere noi non entreremo mai nel merito di una riforma condivisa, che possa essere apprezzata da tutto il Parlamento della grande maggioranza del Parlamento e da tutti gli italiani. Grazie.