Erriu blinda la riforma: solo Cagliari “metropoli”
di Matteo Sau, da L’Unione Sarda del 22 ottobre 2015
Stop alla parità richiesta da Sassari e Olbia
Stop alle trattative sulla riforma degli enti locali: l’assessore regionale Cristiano Erriu chiude la porta alle richieste di nuove Province e nuove Città metropolitane.
Dopo la rivolta di sindaci e consiglieri regionali di Sassari e Gallura, l’assessore blinda la riforma e chiarisce, con decisione, i passaggi fondamentali. «Lo schema di riordino è scritto a caratteri cubitali. È molto chiaro e non è mai cambiato».
I PALETTI Per chiarire una volta per tutte che non ci sono margini di modifica al testo, Erriu ne ribadisce i passaggi fondamentali: «Lo schema prevede una città metropolitana a Cagliari», con buona pace delle richieste di Sassari. Questo ente, secondo l’esponente della Giunta, risponde «in modo adeguato alle esigenze di governo delle complessità dell’unico polo urbano con un territorio caratterizzato da elevata densità abitativa». Sassari, dunque, dovrà rinunciare all’istituzione della Città metropolitana, alla quale puntavano sindaci e consiglieri, sostenendo che si trattasse di un polo urbano speculare a Cagliari. Mentre nell’idea della Giunta «il resto del territorio sarà governato attraverso i Comuni e i livelli di cooperazione intercomunale».
LE PROVINCE Archiviata la pratica sulla Città metropolitana, arriva un chiarimento anche sulle Province. I rappresentanti della Gallura hanno chiesto maggiore autonomia per non finire sotto il controllo della Provincia di Sassari, esecutiva fino all’abolizione definitiva con una legge statale. Le Province storiche «rimarranno il minimo indispensabile», sottolinea l’assessore, «e saranno enti fortemente depotenziati».
LE CREPE Questa presa di posizione dell’assessore, in linea con quella del presidente della commissione Autonomia, Francesco Agus, rischia di aprire una crepa nella maggioranza. I consiglieri regionali del nord Sardegna sono stati molti chiari nelle richieste e non escludono un fronte trasversale con i colleghi dell’opposizione. I tempi per l’approvazione sono stretti e il rischio è che la Regione debba pagare una sanzione di quasi 60 milioni di euro.
M. S.