Finanziaria, nel Pd è rissa sui consorzi. Scontro tra Giagu e Meloni in Commissione

 I veleni del Pd rimbalzano sulla Finanziaria e scatenano uno scontro sui consorzi industriali, aprendo una nuova falla nei rapporti tra Giunta e maggioranza. Nel frattempo si naviga a vista nella Terza commissione di via Roma, dove la discussione sulla manovra ha lasciato subito il passo a un vertice di verifica del centrosinistra per scongiurare imboscate. La tensione crescente ha indotto peraltro il segretario Antonello Cabras a convocare una riunione dei consiglieri del Pd più Renato Soru per trattare «i temi più spinosi» della Finanziaria. A sua volta il centrodestra prova a infilarsi tra le crepe della maggioranza, prendendosela con i contenuti della manovra e «col clima di scontro nel centrosinistra che ha portato questa legislatura al capolinea».

SCONTRO GIAGU-MELONI Le polveri ieri mattina si sono infiammate durante l’esame della manovra in Sesta commissione, con un duro scontro tra il presidente Giovanni Giagu (Pd area Cabras) e il consigliere Marco Meloni (Pd area Soru). La scintilla è arrivata dalla bozza di riforma dei consorzi industriali presentata da Giagu, dopo che la Giunta aveva ritirato il disegno di legge che per due anni ha rappresentato la base della discussione in commissione. Meloni ha puntato il dito contro un’azione che «tradiva gli intenti della Giunta». Il presidente della commissione ha subito chiarito che «la bozza raccoglie quanto emerso sinora nelle audizioni in commissione», precisando che, «in Finanziaria non è presente alcuna indicazione ma i consorzi hanno bisogno di una riforma». Durissimo il giudizio espresso da Meloni: «Stiamo parlando di una bozza fantasma: una bozza deve provenire da testi che sono stati formalmente presentati in commissione». Invece, il presidente «sostiene di non sapere che la Giunta ha ritirato con una delibera il suo ddl. Verificheremo se c’è stato qualche problema formale nella comunicazione fra la Giunta e il Consiglio. Il presidente finge di non sapere di far parte di una maggioranza».

PD A PEZZI La polemica è stata rilanciata in serata. Per Giagu, «se Meloni aprisse gli occhi, si renderebbe conto della gravità della situazione che coinvolge maggioranza, in evidente difficoltà non certo per responsabilità mia o della Commissione». E il collega rilancia: «Credo di avere gli occhi aperti almeno quanto lui, se in queste settimane gli ho fatto presente ripetutamente quanto fosse sbagliato tentare di assumere decisioni in Commissione, spaccando la maggioranza e accordandosi con la minoranza».

COMMISSIONE BILANCIO Ieri intanto è cominciata la discussione generale in commissione Bilancio. Luciano Uras (Rifondazione) ha chiesto la sospensione dei lavori per convocare un vertice di maggioranza. Chiari i segni della tensione e la necessità di messe a punto continue per evitare trappole. In serata però il dibattito è scivolato via senza troppi sussulti, tanto che il presidente Giuseppe Luigi Cucca auspica la chiusura della discussione già oggi. Il passaggio agli articoli slitterà però alla settimana prossima, per dare spazio agli emendamenti ma soprattutto per evitare sorprese dalle schermaglie tra i consiglieri del Pd (peraltro domani impegnati nel vertice di gruppo).

IL CENTRODESTRA «È evidente che questa Finanziaria non piace a nessuno, neanche al centrosinistra», sottolinea Mario Diana (An), vicepresidente in commissione Bilancio. «Assurda l’arroganza con cui il governatore si ostina a ripresentare l’articolo sulle entrate future, nonostante la posizione di contrasto della Corte dei conti e del governo». Roberto Capelli fa notare che «il giudizio negativo è già stato espresso dalle parti sociali e dagli enti locali». All’attacco anche Mariano Contu, Silvestro Ladu, Pierpaolo Vargiu, Antonello Liori e Carlo Sanjust. Durissimo Raffaele Farigu: «Non si può pensare a un’azione di risanamento della Sardegna perché a Soru non interessa».