Il PD punta su legalità e lavoro

Il PD punta su legalità e lavoro

Miriana Rebaudo per il Corriere Mercantile

Emozionata («Lo era anche Livia Turco, poi lei è diventata ministro» ricorda), consapevole di aver intrapreso un percorso non facile, anche perché nell’estremo ponente ligure la campagna elettorale è già iniziata e i toni usati verso il Pd e la sua capolista al Senato non sono propriamente teneri, tanto che è tornata sotto scorta come due anni fa, quando per prima aveva segnalato le infiltrazioni della criminalità organizzata. Non per niente Donatella Albano, alla presentazione dei candidati del Pd in Liguria per le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio (24 in tutto, sedici alla Camera e otto al Senato) ha ricordato che c’è «bisogno di legalità, perché senza di questa non c’è neppure il lavoro».

La Albano è riuscita a sintetizzare le due elle su cui punta il Partito Democratico: legalità e lavoro. «Presentiamo la lista in un momento difficile, perché la crisi in atto da tempo avrà ancora effetti su un’area diffusa della popolazione» aveva detto pochi minuti prima Lorenzo Basso, segretario regionale e candidato, orgoglioso della squadra che andava a presentare che, probabilmente per la prima volta, conta uomini e donne in perfetta parità (12 e 12) ma, soprattutto, ha finalmente le “quote rosa” in posizioni eleggibili.

Passando dal genere al territorio, se Genova ha, come è ovvio, il maggior numero dei candidati, va anche detto che i due capilista arrivano uno da La Spezia (Orlando) e l’altra, per l’appunto, da Bordighera: un’attenzione alle periferie che è anche questa una novità.

Altro punto d’orgoglio, poi, il rispetto delle primarie, con candidati indicati dagli elettori e solo tre paracadutati che, a prima vista, sembrano assai diversi dai precedenti (Melandri, un fantasma e su Lusi il tesoriere è meglio stendere un velo pietoso):  «Raffaella Mariani, Marco Meloni e Paolo Guerrieri conoscono i problemi della Liguria molto meglio di tanti politici di casa nostra» ha ricordato Basso, forse un po’ enfaticamente ma intanto ieri mattina li ha portati a fare un giro alI’lit e agli Erzelli. Quanto poi al rischio di qualche cambio di casacca in corsa, la risposta è stata pronta: «Non posso fornire garanzie automatiche, ma sono fiducioso di questa lista anche perché è l’espressione di tutto il territorio ed è nata attraverso il voto della gente». «E tutti sono eleggibili» ha aggiunto Andrea Orlando. «Il Pd è un grande partito popolare, chiamato a ri-costruire il Paese degradato dagli anni di Berlusconi e provato dalle cure di emergenza somministrate da Monti. Ci candidiamo a contrastare la fatica sociale che cresce, a ridare fiducia agli italiani e a sostenere soprattutto le fasce più deboli» ha rincarato ancora Lorenzo Basso, aggiungendo anche che il Pd «è l’unica forza credibile per questo impegno: lontana dai populismi di Berlusconi, Grillo e di altre piccole formazioni e invece realmente popolare e anche più vicina al Paese e sensibile alle sue esigenze di Monti, Casini, Fini e Montezernolo». Soddisfazione, i vertici liguri del Pd hanno espresso anche per essere stati i primi a chiudere le liste: «Avremo 16 candidati alla Camera e 8 al Senato. Di questi 24, ventuno sono stati scelti con le primarie, 12 per Genova, 4 per La Spezia, 3 per Savona e 2 per Imperia».  Il segretario regionale ha anche evidenziato il fatto di essere riusciti a ridurre da quattro a tre i parlamentari indicati dal Pd nazionale, «grazie al passaggio in quota nazionale del deputato spezzino e responsabile giustizia del Pd Andrea Orlando: Avevamo chiesto personalità con competenze utili al servizio della Liguria – ha concluso – e siamo stati esauditi».