Il «costo» della conoscenza. Per un’università più equa e efficiente

«L’obiettivo principale è allineare l’Italia alla media dei paesi Ocse per numero di laureati, ricercatori e docenti, spesa per studente, capacità. Insomma investire sul capitale umano. Investire sul Sapere. Per noi il problema delle risorse è centrale». È con queste parole di Marco che si può sintetizzare la conferenza stampa che si è svolta oggi a Montecitorio in cui è stata presentata la proposta di riforma del sistema universitario avanzata dal PD. Una riforma che vuole essere condivisa in maniera trasversale, a prescindere dagli schieramenti politici, e che venga portata avanti soprattutto attraverso un serio confronto parlamentare.

Orientamento universitario, diritto allo studio, residenze per gli studenti, ma anche percorsi di carriera rapidi e fondati su regole chiare per i ricercatori, più efficienza, meno autoreferenzialità e regole chiare per aprire agli esterni la governance degli atenei. È in quest’ottica che, a partire dal 10 maggio, in Campania, il PD inizierà un viaggio nelle università italiane che toccherà almeno 12 tappe entro la metà di luglio. L’obiettivo fondamentale è proprio quello di condividere le proposte elaborate con gli attori principali del mondo accademico. Studenti, ricercatori, docenti, usando la rete come strumento di dialogo e partecipazione per definire e ridisegnare le priorità dell’Italia. L’iniziativa del viaggio si inserisce nel Progetto Italia 2011 presentato sabato alla direzione nazionale del partito.

Alla conferenza stampa erano presenti, oltre a Marco, anche il segretario Pier Luigi Bersani, affiancato dal vice segretario Enrico Letta, dai capigruppo PD nelle commissioni di Senato e Camera, Antonio Rusconi e Manuela Ghizzoni, e dalla responsabile del Forum del PD su Università e Ricerca, Chiara Carrozza.

Bersani, ha spiegato come il partito sia disponibile a dialogare con la maggioranza sul merito del provvedimento purché vengano eliminati i tagli previsti all’Università. «Anche le riforme che ti fanno risparmiare richiedono un minimo di investimento di partenza – ha chiarito – è una legge universale, qualsiasi azienda funziona così. Il cambiamento richiede investimenti. Noi vogliamo fare le riforme seriamente, non bidoni, come la precedente riforma della scuola che si è dimostrata il più colossale taglio al settore. Noi ci prendiamo le nostre responsabilità ma non si prenda in giro il paese».

«L’università così come è oggi – ha concluso Enrico Letta – non va bene, ma non è immaginabile una riforma con tagli di 1 miliardo in tre anni».