Il Governo dimentica la Sardegna: no emendamento “salva Maddalena”

Disimpegno dei parlamentari Pdl, schiaffone da Roma a Cappellacci

L’emendamento c’è, l’emendamento non c’è: dov’è l’emendamento? La vicenda del G8 trasferito da La Maddalena a L’Aquila come il gioco delle tre carte. Conduce il governo nazionale, Ugo Cappellacci punta. L’emendamento non c’è, Cappellacci perde. Il presidente della Regione ci aveva scommesso forte, giovedì scorso: incentrando sulla proposta di modifica di palazzo Chigi tutta la sua replica durante il dibattito in Consiglio regionale. Ma il compare non è lui: Silvio Berlusconi e soci “dimenticano” di inserire nel decreto Abruzzo il testo che dovrebbe garantire il completamento di tutte le opere, dirette e indirette, programmate per il vertice mondiale prima del trasferimento coatto. Quelli dell’esecutivo hanno tempo sino a oggi per mettere in campo tutto quello che hanno in mano: ma c’è aria di bluff, pesante soprattutto per il governatore portavoce di Roma.

Nell’attesa, «Governo non pervenuto»: è il commento di Francesco Sanna al termine della prima giornata di dibattito a palazzo Madama sul trasferimento del vertice a L’Aquila. È un commento amaro: perché per ora dei soldi da destinare alla Sardegna non c’è traccia. Serve ripercorrere le tappe della vicenda. Meno di una settimana fa, nell’aula del Consiglio regionale in via Roma, Cappellacci replica alle richieste di chiarimento dell’opposizione in merito allo scippo del G8. Lo schema è quello solito: a Roma gli hanno assicurato che non ci saranno problemi, tutte le opere iniziate e quelle programmate saranno completate. Tutto messo nero su bianco in un emendamento all’articolo 17 del decreto in questione: il governatore ha il testo in mano, lo legge al microfono per mettere a tacere le polemiche.

Passano poche ore e da Roma arriva la doccia gelata: l’emendamento non è ammissibile per decisione della commissione Bilancio, manca della copertura finanziaria. Un colpo che abbatterebbe un toro. Ma Cappellacci no, lui resiste: un semplice errore tecnico, dice. Da Roma rassicurano ancora: la versione corretta sarà riproposta con tutti i crismi, figurarsi se non sarà accettata una proposta del Governo. Solo che quella proposta non c’è: il termine per la presentazione è scaduto due giorni fa, ma niente. Quei soldi proprio non ci sono.

Che succede ora? Sanna lascia aperta una porta: «Può darsi che il Governo si avvalga della possibilità di presentare nella giornata di domani (oggi, ndr) l’emendamento all’articolo 17, modificando il testo che era stato costretto a ritirare». Il dato è un altro, ed è tutto politico: «L’atmosfera strana tra gli stessi esponenti del centrodestra», sottolinea il senatore del Pd. In fatti «per adesso c’è solo l’annuncio dato dall’onorevole Cappellacci, che assumendosi il rischio di farsi portavoce dell’esecutivo nazionale nonostante il suo silenzio, viene smentito a Roma da altri esponenti della Pdl, per i quali va bene il testo del decreto». Morbidissimo, a esempio, l’intervento durante la discussione generale del gallurese Fedele Sanciu: «Forse qualcuno vuole fargli fare una brutta figura, ma questi sono problemi interni al Pdl».

Eppure i senatori del Popolo della libertà avevano annunciato una battaglia che per ora non si è vista, con l’annuncio alla stampa di due emendamenti e un ordine del giorno da sottoporre alla discussione generale. Per ora in commissione Affari istituzionali risulta un solo testo, che deve ancora passare il vaglio della commissione Bilancio: ma, ancora Sanna, «presenta il piccolo difetto di non individuare copertura finanziaria. Per quello che ho visto io, a differenza degli emendamenti Pd», e di quelli dell’Italia dei Valori, che propongono di reperire risorse dal progetto sul Ponte di Messina, «i colleghi non si sono posti il problema di dove recuperare i 220 milioni di risparmi che il Governo prevede di ricavare dallo spostamento del G8».
Se quei soldi si rimettono su La Maddalena, i risparmi preventivati non ci sono più: ragionamento quasi elementare, quasi come il gioco delle tre carte. Tutti gli spettatori conoscono il trucco: ma l’allocco di turno si trova sempre.