Il Pd sull’Università: “Tutti a casa a 65 anni”
Dopo Napoli, il viaggio del Pd nei problemi dell’università fa tappa nell’aula Borsellino a Scienze politiche e presenta il progetto del partito per salvare gli atenei dal decreto Gelmini e dalla classifica che hanno tra gli ultimi in Europa. Il progetto vede uno shock generazionale (tutti a casa a 65 anni e spazio ai giovani), la creazione di un’agenzia nazionale per il finanziamento della ricerca con autonomia di spesa, un buono di studio universale che copra il costo dei servizi agli studenti e venga rinnovato in base ai risultati di studio. E un obiettivo acrobatico: che gli investimenti per l’Università raggiungano in dieci anni l’1,3 % del prodotto interno lordo (oggi sono lo 0,8%).
Il progetto “PD 110, viaggio nell’università italiana” è stato presentato da Marco Meloni della segreteria nazionale.
Una partenza dal Sud, ha detto Meloni, “perché qui c’è una particolare emergenza: la riforma Gelmini ha diviso l’Italia in due. Vogliamo un’università competitiva anche nel centro-sud, luogo di mobilità sociale, vanno potenziate le residenze universitarie, i servizi, i dottorati di ricerca, ma la cosa più preoccupante è che a oggi gli atenei non sanno a quanto ammontano le spese disponibili per il 2011 e si rischia il blocco della programmazione”. Il segretario regionale Giuseppe Lupo ha sollecitato il coinvolgimento di “forze sindacali, studenti, docenti, per discutere e migliorare le proposte del Pd sull’università”.