Il più antiberlusconiano è chi lo manda via
“Sono convintissimo delle primarie: pongo solo il problema di perfezionarle perchè non si rovinino”.
Così Pier Luigi Bersani, a confronto con gli altri due candidati alla guida del Pd, Dario Franceschini e Ignazio Marino, che si è tenuto oggi all’Acquario di Roma.
Hanno moderato l’incontro Tiziana Ferrario del Tg1 e Maurizio Mannoni del Tg3
“I cittadini sceglieranno per l’affermazione di uno di noi alla prima battuta, e per me le regole vanno rispettate – ha aggiunto il responsabile Economia del Pd – poi c’è la politica, che deve tenere nel massimo conto quello che hanno scelto gli elettori. Questo problema lo risolveranno i cittadini, lo vedrete”.
Per Bersani, è necessario “rafforzare un partito che si rivolge a tutto l’arco del centrosinistra, io non sono per un partito col trattino o con divisioni di compiti”.
“Dobbiamo rioganizzare il cantiere dell’Ulivo, puntando su progetto di alleanze con le forze in Parlamento: con il Rifondazione – ha precisato il candidato alla segreteria del Pd – né noi né loro intendiamo lavorare per una alternanza di governo”.
Bersani ha messo in evidenza che “c’è un problema drammatico, che si chiama deformazione dei meccanismi democratici e un mutismo sui problemi sociali da parte del governo”.
In questo contesto, ha detto il candidato alla segreteria del Pd, “bisogna fare opposizione sul serio, ma il più grande anti-berlusconiano è chi lo manda a casa”.
“All’inizio della legislatura con Berlusconi c’è stato chi chiacchierava – ha concluso sull’argomento il candidato alla segreteria del Pd – e credo che sia stato un errore”.
Si deve, secondo Bersani, “segnare una novità e presentarci come forza che pone il tema dell’alternativa, di una grande alleanza per battere Berlusconi” e pensare a “contrastare le picconate sulla giustizia, dove il tema non è la separazione delle carriere ma il fatto che manca un servizio per i cittadini”.
Sulla riforma della legge elettorale, il responsabile Economia del Pd ha detto di voler “preservare il bipolarismo, ma non si può accettare una legge elettorale dove i parlamentari si nominano. Anche io sono per un meccanismo che assicuri la stabilità della maggioranza nella legislatura, sono contro i giochetti, ma con un sistema elettorale potabile”.
“Sono per il rinnovamento nei governi regionali e locali – ha sottolineato Bersani – ma non ci si deve fermare lì”
“Non si può avere un atteggiamento ‘ritorsivo’ contro Bassolino e Loiero – ha detto il candidato alla guida del Pd – e mettere in discussione su persone che magari andavano bene quando sostenevano un segretario, come hanno fatto in questi anni, e poi non vanno più bene”.
“Bassolino ha detto rinnovamento, andiamo ai fatti: ci sono le condizioni per dei passi avanti, abbiamo forze fresche che possiamo valorizzare”.
“Su una piattaforma possiamo discutere con tutti, dobbiamo lavorare sul positivo – ha ribadito Bersani – ricordando che abbiamo di là Berlusconi. Possiamo cavarci tutti i gusti che vogliamo, ma sono poca cosa se continua la deriva populista”.
Sull’integrazione, Bersani ha sottolineato di non volere “un’integrazione alla francese” e, ribadendo il suo secco ‘no’ al burqa, ha detto che “le persone vanno guardate all’altezza degli occhi”
In relazione alla previsione del premier sulla quota di abbonati alla Rai che non pagherà il prossimo canone – il 50% secondo Berlusconi – Bersani ha osservato che “è curioso che la previsione dell’evasione del canone venga da parte di una maggioranza che, su undici testate, credo abbia nominato dieci direttori di riferimento”.
“Prima la azzoppano – ha stigmatizzato Bersani – e poi dicono di non pagare il canone”.
Nell’appello finale, il candidato alla segreteria del Pd ha posto l’accento sulla necessità di una grande partecipazione alle primarie: “Venite in tanti a votare.
Venite scegliendo chi volete, abbiamo bisogno del vostro aiuto per rafforzare il nostro progetto”.