«In Consiglio con pari dignità»

«In Consiglio con pari dignità»

Nell’Aula di via Roma sono rimaste in otto, il dieci per cento. Ma se due non fossero state ripescate dopo le dimissioni di altrettanti onorevoli colleghi maschi, la loro presenza sarebbe stata ancor più limitata. Le donne in Consiglio regionale si ribellano: «Vogliamo contare di più, anche nei numeri», dicono in coro, per una volta senza che steccati partitici condizionino – e magari dividano – le loro opinioni.

IL DIBATTITO La soluzione al problema sta nella modifica della legge elettorale con l’introduzione della doppia preferenza di genere. L’ultima proposta per dare maggiore rappresentatività alle donne è quella del movimento femminile dei Riformatori. In precedenza, due anni fa, proposte di legge in materia sono state presentate sia dal Pdl che dal Pd. La discussione della legge elettorale, in commissione Autonomia, è terminata. Ma per

introdurre la doppia preferenza di genere – che darà all’elettore la libertà di votare accanto a un uomo una donna o viceversa, ma anche quella di dare fiducia a un solo candidato – bisognerà aspettare le interlocuzioni chieste dal centrodestra prima di portare la bozza all’esame dell’Aula. Lo scoglio è proprio quello del Consiglio: è lì che si deciderà la svolta. «Sarà la vera prova del nove, con la speranza che anche i nostri colleghi maschi diano disponibilità a un cambiamento che potrebbe essere epocale», dice Rosanna Floris, esponente del Pdl eletta nel listino, prima firmataria della proposta di legge del centrodestra. Sull’altro versante, quello del centrosinistra, c’è la proposta di Marco Meloni e Francesca Barracciu (Pd). Quest’ultima spera che l’assemblea riesca a creare le condizioni per un miracolo simile a quello avvenuto a Napoli.

L’ESPERIENZA CAMPANA «Grazie alla doppia preferenza di genere nel Consiglio regionale campano la rappresentanza delle donne è salita dal 3 al 24 per cento», dice Barracciu. «Un fatto è certo: non possiamo continuare così, ad affidarci in molti casi ai listini o alle dimissioni dei nostri colleghi». Barracciu, che nel 2009 è stata eletta con 5.746 preferenze nel Nuorese, è ottimista nell’approvazione della legge elettorale entro la legislatu
LE LISTE Alessandra Zedda, assessore all’Industria, prima dei non eletti del Pdl nel Cagliaritano con 3.727 preferenze e subentrata al vicepresidente della Giunta Giorgio La Spisa, aspetta dai partiti uno scatto d’orgoglio: «Prevedano liste al 50 per cento, per garantire nei fatti pari opportunità». Quindi interviene Simona De Francisci: «La doppia preferenza di genere è un fatto di democrazia», dice l’assessore alla Sanità, eletta nel listino di Cappellacci. «È l’unico modo per superare l’imbarazzo creato dalla scarsa presenza femminile in Consiglio, identico nelle assemblee provinciali e comunali. Confido nei miei colleghi: quest’Aula è matura per affrontare una svolta del genere».ra: «Voglio essere fiduciosa anche perché se si vuole rinnovare la politica non si può più prescindere dalla presenza delle donne. In ogni caso sto già organizzando l’opinione pubblica per mettere l’Aula di fronte alle sue responsabilità, ma spero che non ce ne sia bisogno. Devo però ricordare che a volte i risultati si ottengono solo con atti di forza: un mio ricorso al Tar, due estati fa, fece azzerare per sentenza una Giunta regionale che non contemplava la presenza femminile».

L’APPELLO Marco Meloni, consigliere regionale del Pd, rivolge un appello al presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo e ai presidenti dei gruppi consiliari: «Spero che le proposte di legge siano poste all’esame del Consiglio, con l’auspicio che possano essere rapidamente approvate», dice l’esponente del Pd. «Evitiamo che la Sardegna, appena qualche anno fa all’avanguardia per l’equilibrio di genere nel suo massimo organo esecutivo – la Giunta regionale di centrosinistra – rimanga arretrata e distante dal resto d’Italia su un terreno così importante per la qualità della democrazia e l’efficienza delle istituzioni».