Intesa ENI-Sindacati: si allunga l’agonia della chimica sarda

Il tavolo nazionale dello scorso luglio nell’incontro tra Governo, Eni e Regione è ancora oggi il riferimento per capire le reali intenzioni in merito alla chimica in Italia e di conseguenza in Sardegna. L’accordo siglato nella notte del 19 ottobre non può essere considerato una soluzione soddisfacente, perché di fatto non è nient’altro che un tentativo di “allungare il brodo” e dunque l’agonia della chimica sarda e del petrolchimico di Porto Torres in particolare. Non traspare in esso nessuna concreta volontà di rilancio: gli impianti di fenolo cumene rimangono fermi, in stato di conservazione, e la decisione sulla chiusura definitiva sembra semplicemente rimandata al 30 giugno 2010. Il piano degli investimenti prevede 101 milioni quadriennali che corrispondono a un piano di mantenimento (di cui 76 per manutenzione e 25 per la fermata tecnica del cracking un atto necessario ogni 5 anni). Niente più che un cambio d’olio, in una macchina che invece avrebbe bisogno di una completa messa a punto.

Dei 150 milioni delle cosiddette “nuove iniziative”, 30 sono in realtà utilizzati per la manutenzione dei serbatoi esistenti e i rimanenti 120 per il rifacimento totale dei 16 serbatoi. Anche questo intervento, dunque, non rivela nessuna volontà di rilancio.

Ancora, i 530 milioni per le bonifiche non sono che un atto dovuto, e quindi da scomputare dalle risorse messe a disposizione. Così come non è credibile sostenere in ogni documento “la centralità del cracking”, senza la previsione di investimenti adeguati.

Il dato più preoccupante, infine, è quello che riguarda le unità lavorative, che a fine 2010 dovranno essere 530, mentre attualmente sono 670, nella sola Polimeri Europa.

La Giunta Cappellaci dovrebbe assumersi il dovere di impegnarsi a fondo per tener fede al mandato ricevuto a luglio dal Consiglio regionale. Non avevamo chiesto di ritardare di qualche mese le decisioni, ma di risolvere una volta per tutte i problemi, rilanciando il settore con nuovi investimenti. Occorre che il Presidente Cappellacci si attivi perché sia convocato al più presto il tavolo ministeriale, l’unico luogo istituzionale adeguato per discutere della chimica a livello nazionale e quindi regionale. Niente di tutto questo sta accadendo, e ribadiamo la nostra insoddisfazione e la nostra grande preoccupazione.

 

Mario Bruno, capogruppo PD Consiglio regionale

Marco Meloni, vicepresidente Commissione Industria Consiglio regionale