«Io non lo uso» Firmano 50 parlamentari

MILANO – «Anche chi ha votato il provvedimento con la giustificazione dello stato di necessità finanziaria, potrebbe/dovrebbe, affermando di non avvantaggiarsene, fissare una demarcazione di cultura giuridica e giustizia economica che è utile tracciare, quantomeno a futura memoria».

È con queste parole, inviate alle mail dei colleghi parlamentari, che il senatore del Pd Francesco Sanna – raccogliendo l’invito lanciato da Salvatore Bragantini sul Corriere della Sera del primo ottobre – ha rivolto il suo appello ad onorevoli e senatori, perché non si facciano «scudo dello scudo, pena le dimissioni».

Nell’ appello che il senatore cagliaritano ha pubblicato sul suo sito (www.francescosanna.com) si legge tra l’ altro che l’ iniziativa vale «poco se il paragone è con l’impatto velenoso dello scudo fiscale sui comportamenti degli italiani». Ma pesa «molto in termini di testimonianza e di richiamo ai valori costitutivi dell’ interesse generale».

Nel giorno delle prime adesioni, che in serata erano già una cinquantina, Sanna ammette di aver «ricevuto anche qualche obiezione da avvocato difensore degli evasori». Come quella di chi «non firmerà per paura che l’ adesione suoni come un ammissione sull’ esistenza di capitali propri esportati».

Ma dopo le dure polemiche per le fatali assenze del Pd in Aula, mentre il provvedimento sullo scudo passava per un pugno di voti, Sanna conta le prime sottoscrizioni. Alcune sono particolarmente «pesanti» – come quelle di Pierluigi Bersani ed Enrico Letta -, altre sfondano i confini dei gruppi parlamentari democratici – è il caso degli udc Savino Pezzotta, Bruno Tabacci e Giampiero D’ Alia -, e una arriva perfino dalla maggioranza. È quella del presidente della commissione Affari costituzionali del Senato Carlo Vizzini, «che comunica telefonicamente l’ adesione alla dichiarazione di impegno, anche senza aver letto il testo dell’ invito di Francesco Sanna».

Naturalmente, la questione dello scudo e l’ appello di Sanna incrociano il tortuoso cammino congressuale che il partito democratico concluderà con le primarie del 25 ottobre. Se per la «mozione Bersani» è sceso in campo direttamente il capofila, non mancano le adesioni di molti parlamentari schierati con Dario Franceschini: è il caso di Giorgio Tonini, di Stefano Ceccanti, di Maria Pia Garavaglia e Marilena Adamo, o degli ex cgil Paolo Nerozzi e Achille Passoni. «E non è finita qui», auspica Sanna. «Ho voluto fare un appello che non solo può piacere a tutte le anime del Pd, ma potrebbe essere sottoscritto come impegno personale da Giulio Tremonti». A proposito di firme pesanti, mancano per ora all’ appello quelle di Dario Franceschini e di Massimo D’ Alema.

(4 Ottobre 2009)