La Sardegna non si accontenta delle parole di Berlusconi e Cappellacci

Seduta n. 22 23 del 14 MAGGIO 2009

Intervento del consigliere Marco Meloni

Signor Presidente, signor Presidente della Regione, Assessori e colleghi, noi oggi abbiamo davanti in fondo tre questioni, sulle quali è necessario chiarirci le idee e, come stiamo facendo in questo dibattito da qualche ora, raccontare la verità. La verità che si forma a partire da verità di parte che poi possono diventare, ci si auspica, verità condivise.

La questione del G8, la questione di cosa accade ora –  il post G8, il mancato G8 – e la questione dei rapporti con lo Stato.

Il G8 a la Maddalena. Perché quella scelta? Lo abbiamo letto nei giornali dell’epoca, del giugno del 2007, se n’è discusso, allora, ampiamente. L’idea era quella che un evento di quel tipo potesse essere uno straordinario propulsore della riconversione di un territorio, quello maddalenino, che altrimenti avrebbe subito per molti anni le conseguenze negative di un fatto positivo: la restituzione alla Sardegna di una parte così pregiata del suo territorio dopo decenni di servitù militari. Una straordinaria occasione di promozione, che contestualmente muoveva verso la riconversione dell’economia territoriale, la creazione di sviluppo economico, sia a lungo periodo che concentrato in questi primi anni di grandi opere e lavori, e verso la promozione sulla scena mondiale un luogo così bello e così significativo per la Sardegna e per l’Italia. Queste ragioni furono all’origine di quella scelta.

Come è già stato detto, si fece un patto tra Stato e Regione nell’ambito di un accordo più grande. In questi termini: mettiamo insieme delle risorse, si disse, più la Regione, meno lo Stato, risorse statali e risorse regionali, e le spendiamo. Come ha spiegato bene il nostro maestro del diritto, il collega Steri, utilizziamo, si disse, l’unico modo che abbiamo per realizzare opere pubbliche rapidamente in Italia, dove vige un sistema di legislazione delle opere pubbliche che, come sappiamo tutti, è drammaticamente lento. Siccome la Regione non può intervenire derogando a tutte queste norme che rendono così lenta la realizzazione di opere pubbliche, e quindi la possibilità di realizzare molto rapidamente opere fondamentali per lo sviluppo non solo di La Maddalena, ma di tutto il Nord Sardegna, e quindi della Sardegna, ci si accordò in quell’occasione perché lo Stato gestisse quelle risorse, risorse che in maniera molto significativa e percentualmente maggioritaria sono risorse della Regione Sardegna.
Quel patto ora si è rotto. Oggi ho sentito che quel patto non potevamo stipularlo, lo ha detto il collega Sanna, perché  non sarebbe stato nella disponibilità di una sola persona, ha detto, orientare così le risorse del fondo per le aree sottoutilizzate. Io credo che questa affermazione non sia vera o, meglio, non la considero corretta. L’organizzazione delle risorse gestite attraverso la programmazione degli interventi, infatti, passa per i programmi regionali per l’utilizzo delle risorse per le aree sottoutilizzate, è definita dalle leggi ed è realizzata attraverso atti legislativi e di governo. La Regione – non una persona, la Regione! – si era trovata, in quel contesto, a stringere un nuovo patto con lo Stato che prevedeva la risoluzione della vertenza delle entrate, il trasferimento di competenze alla Regione e la restituzione di un grandissimo numero di beni demaniali alla Regione, l’utilizzo delle strutture che venivano costruite e, alla fine del lavoro avviato dal Governo Prodi a meno di due mesi dal suo insediamento con l’istituzione del tavolo Sardegna, anche l’attribuzione del G8 a La Maddalena.

Io vi chiedo: ma secondo voi gli abitanti di quel territorio preferiscono e preferivano l’utilizzo di risorse, che nel complesso erano oltre un miliardo di euro in due anni, oppure una generica rivendicazione nei confronti degli Stati Uniti o dello Stato italiano per il risarcimento dei danni derivanti dall’utilizzo militare del territorio de La Maddalena? La questione è stata invece collegata – nell’ambito del “Tavolo Sardegna” istituito dal Governo Prodi –   alla partita più complessiva del contenzioso tra Stato e Regione, che, ricordo, ha condotto all’accordo sulle entrate, che ha portato alla Sardegna un enorme beneficio (850 milioni di euro all’anno e, dal 2010, quasi 2 miliardi in più all’anno).

Io penso che una cosa così straordinaria e di impatto così forte fosse la soluzione migliore. E poi – lo dico anche al collega Capelli – la Regione in quella occasione era presente! Il giorno in cui si prese quella decisione il Consiglio dei ministri si riunì alla presenza del Presidente della Regione Sardegna e quindi la Regione, quando si prese quella decisione, c’era, era presente, perché in Consiglio dei ministri la Regione Sardegna deve di diritto essere rappresentata dal  Presidente della Regione, che si chiami Soru o che si chiami Cappellacci. Deve essere rappresentata da quella figura istituzionale.

Ora, onorevole Sanna, il problema però è un altro: sono spariti anche i nostri soldi! Cioè, da un lato si dice: “il Presidente della Regione non può decidere come si utilizzano le risorse del FAS della Sardegna”. E poi, dall’altro, si ammette che possa farlo lo Stato, che in un emendamento al decreto Abruzzo presentato ieri, dice: “le ordinanze rimangono inefficaci e vengono compensati i costi con risorse della Regione e degli enti locali”. Così ci sono sottratti oltre 500 milioni di euro, la Sassari-Olbia, soldi FAS attribuiti alla Sardegna, e le risorse, quasi 100 milioni di euro, del programma per gli attrattori turistici nel Mediterraneo. Ci vengono sottratti quei soldi e i maggiori risparmi derivanti dall’attuazione del decreto, dice un emendamento presentato dal Governo, vengono trasferiti allo Stato per interventi per il terremoto e in più ve li rifate, quegli interventi, con altre risorse della Regione e degli enti locali.
Allora, vuol dire che ci lamentiamo di come orientiamo le nostre risorse, cosa che è vera, perché noi le abbiamo orientate là perché dovevamo fare queste cose, e non ci lamentiamo del fatto che ce ne stanno sottraendo una enorme quantità.

A questo punto, che cosa facciamo adesso? Questo credo sia il punto fondamentale. Dichiarazioni, rassicurazioni.
Il Presidente Berlusconi, 2 maggio: “Faremo a La Maddalena il G8 dell’ambiente”. Le chiedo, presidente Cappellacci, cos’è il G8 dell’ambiente e quando si terrà a La Maddalena, se Berlusconi gliel’ha detto.
Ancora: “La Sardegna sarà ricompensata”. Per adesso quest’emendamento del Governo recita: “a titolo compensativo degli effetti derivanti dalla diversa localizzazione…” verrebbe da dire “diamo dei soldi alla Sardegna”, e invece no: la Regione e gli enti locali pagano loro soldi, altri, per realizzare quegli interventi.  Cappellacci, 6 maggio: “Realizzeremo entro quest’anno almeno sei eventi internazionali a La Maddalena”. Gli eventi internazionali si preparano per tempo. Quali sono? Quando si svolgono? Di cosa trattano? Io so che il G8 ambiente è una sessione del G8 sul cambiamento climatico, che sarà presieduta dal Presidente degli Stati Uniti e dal Capo del Governo italiano e che si terrà a L’Aquila, però vorrei essere smentito.
E ancora, quando lei, presidente Cappellacci, ci rassicura sulla realizzazione della Sassari-Olbia – tutti i giorni sui giornali leggo che si fa la Sassari-Olbia e quindi, alla fine, mi convinco che si fa, quasi la vedo! –, vorremmo capire su quali basi lo fa, in merito a quella strada e riguardo alle altre opere. Il decreto legge del 28 aprile, infatti, non dice che si completano tutte le opere programmate, l’ha detto bene Steri, dice che si completano le opere avviate. Vorrei capire se noi siamo in grado di ottenere delle modifiche di testi di legge, non soltanto delle rassicurazioni. E nel caso, se riusciamo a far inserire in quel provvedimento almeno l’ultimazione di tutti gli interventi programmati; interventi che, si badi, sono comunque pochi, perché sono interventi per un importo complessivo di 230 milioni e non comprendono tante opere collaterali, non comprendono la Sassari-Olbia.
Dove è scritto, Presidente, che si fa la Sassari-Olbia? In che tempi, con quali risorse, con le risorse di chi? Ci restituiscono 522 milioni del FAS Sardegna o no?
Queste sono le domande. Tempi certi e atti normativi con cui si adottano le decisioni.

Abbiamo davanti un momento ottimo per ottenere queste risposte. C’è in discussione in Parlamento la conversione di questo decreto-legge. La maggioranza dice che non vanno bene gli emendamenti che noi abbiamo presentato per fare in modo che chi aveva assunto degli impegni, con gli operatori economici ad esempio, ottengano un ristoro dei danni che hanno subito. Si dice di no a tutta una serie di nostri emendamenti che ristabiliscono solo la certezza del diritto, evitando che lo Stato cambi le carte in tavola all’ultimo. Noi, invece, chiediamo alla Regione di ottenere dalla sua maggioranza parlamentare l’adozione di norme che assicurino che le cose che voi state quotidianamente annunciando si realizzeranno veramente.

Non ho tempo per sviluppare il terzo punto, però credo che anche l’impostazione di questa vicenda, di questa modalità di ottenere il riconoscimento dei nostri diritti e il risarcimento di un gravissimo danno che sta subendo la nostra comunità regionale sia un modo ahimé significativo di come impostare i rapporti tra Stato e Regione. Presidente Cappellacci, rappresenti davvero tutti  noi! È necessario un atteggiamento duro di fronte alla sottrazione diretta di risorse. Occorre un atteggiamento molto chiaro.
 

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