L’agenda digitale del PD nasce dal basso
La proposta iniziale, la discussione, gli emendamenti e il testo finale. Il Partito democratico ha scelto l’iter classico delle leggi, quello che dovrebbe essere il più democratico, anche per stilare la sua agenda digitale. Un vero e proprio programma che fissa le priorità e le modalità d’intervento in tema di innovazione e sviluppo tecnologico, in modo da far partire «il motore a vapore di questo se- colo». Ma, al di là dei contenuti, la vera innovazione sta proprio nel metodo usato dai democratici, totalmente «open»: suggerimenti e modifiche al testo iniziale erano aperti a chiunque, con la Rete che ha fatto da vetrina e da principale punto d’incontro. Le proposte? Potenziamento dell’e-commerce anche attraverso un regime fiscale agevolato, detrazioni fiscali per chi paga con moneta elettronica, ulteriori semplificazioni nelle procedure per avviare una nuova impresa. Il documento iniziale («L’Italia giusta, l’Italia digitale») è uscito dai seminari che si sono tenuti tra il luglio e il dicembre dello scorso anno a Roma, Torino e Bologna e dai Forum nazionali del Pd dedicati al tema.