Lai contro Barracciu. E spunta Meloni
Si infiamma la battaglia per la segreteria regionale del Pd. Forse due gli esponenti vicini all’area Bersani pronti alla candidatura.
«Do la mia disponibilità a candidarmi». Il consigliere regionale Marco Meloni irrompe nella corsa alla segreteria regionale che finora ha visto uscire allo scoperto Silvio Lai (sostenitore di Bersani) e Francesca Barracciu (mozione Franceschini). Lo fa nel giorno di un durissimo attacco di Lai indirizzato ad Antonello Soro.
LA NEW ENTRY Meloni fa parte dell’area Letta (che appoggia a livello nazionale Bersani). Per questo tiene a precisare subito che la sua disponibilità non vuole creare «una spaccatura tra i sostenitori di Bersani». L’intenzione è un’altra: «Mi sembra», spiega il consigliere, «che si rischi di tornare indietro all’estate scorsa. Non possiamo permetterci di ricadere nella “sindrome di Tramatza”, col partito irrimediabilmente spaccato. Il Pd e la Sardegna hanno bisogno d’altro». Per Meloni «bisogna entrare nel merito. Quale progetto per il nostro partito? Quali idee per la Sardegna? Sono i temi di un congresso, specialmente se decisivo come questo. C’è voglia di discutere in modo propositivo e non di rivedere un film già visto».
VOGLIA DI CAMBIAMENTO Nelle prossimi giorni Meloni incontrerà gli esponenti del partito per discutere di programmi: «Ho a cuore il destino del Pd sardo e invito tutti a riflettere sulla direzione che si sta prendendo. Esco allo scoperto perché percepisco una volontà di guardare avanti. Do la mia disponibilità, ma non dovrò essere per forza io a rappresentarla». Cosa serve al Pd sardo? «Autorevolezza, competenza e un’organizzazione efficiente e moderna. Vorrei un partito aperto che coinvolga iscritti ed elettori nelle decisioni. Dobbiamo accompagnare il lavoro di opposizione a proposte di governo, per sopperire a una giunta regionale che sta girando a vuoto».
BORDATA A FRANCESCHINI Diverso il discorso a livello nazionale: «Veltroni e Franceschini ci hanno condotto a cocenti sconfitte e ora dobbiamo ricominciare da zero. Sono contrario agli uomini per tutte le stagioni: chi fallisce deve avere l’umiltà di lasciare spazio ad altre proposte». Meloni non risparmia due stilettate: «Si parla di primarie. Ma su questo tema non accettiamo lezioni da nessuno: le vogliamo ma sempre». Inoltre c’è chi vuole far emergere una contrapposizione nuovi-vecchi: «Non credo sia il tema principale, e non lo userei mai a mio favore. Però, leggendo le cronache di questi giorni, trovo stravagante che politici di lunghissimo corso assegnino patenti di “nuovi” e “vecchi”».
L’AFFONDO DI LAI Lo scontro per la guida del Pd in Sardegna, da mesi nelle mani di un commissario, il senatore Achille Passoni, dopo le insanabili fratture al vertice del partito, si fa sempre più duro. Mentre Meloni si dice disponibile a candidarsi, Silvio Lai attacca senza mezzi termini Antonello Soro (area Franceschini e sostenitore in Sardegna di Francesca Barracciu). «Le dichiarazioni del capogruppo alla Camera del Partito Democratico», affonda Lai, «rischiano di riattivare una contrapposizione ingiustificata sulle persone che speravamo conclusa. Soro con la sua lista di buoni e cattivi da candidare alle regionali ha di fatto contribuito a creare le condizioni per la più grave sconfitta elettorale del centrosinistra nell’Isola e ha consegnato la Regione al centrodestra. Temendo una sconfitta, ha esitato a venire in Sardegna per la campagna elettorale delle europee. Mi sembra strano che adesso dia un giudizio diverso su Bersani dopo che Carlo Azeglio Ciampi e Romano Prodi l’hanno definito il miglior ministro che hanno avuto. Ridurre il dibattito allo scontro interno tra nuovi e vecchi rivela irresponsabilità. Oggi parla di rinnovamento avendo molti anni di vita politica sulle spalle; parla di coerenza, essendo eletto in Lombardia, dopo aver promesso pubblicamente a Nuoro di non volersi più ricandidare; parla di correttezza, da sostenitore di Franceschini, votato da tutta l’assemblea nazionale 4 mesi fa con l’impegno di non ricandidarsi ad ottobre».