Giovani, idee e fiducia per costruire il futuro

La conoscenza, la condizione dei giovani, le politiche per ridare energia, speranza e futuro alle nuove generazioni. La politica spesso non ha saputo riconoscere la centralità di questi temi, e così non è stata in grado di dare ai giovani gli strumenti per “camminare da soli” ed essere autonomi. Invece, per costruire il nostro futuro, abbiamo bisogno di vitalità, di coesione e giustizia sociale, di merito.

 

Meritiamo il nostro futuro, dunque. È lo slogan della mia campagna elettorale, è un tema cruciale per la Sardegna. Alla questione ho voluto dedicare l’incontro tenutosi venerdì scorso, con Enrico Letta, ministro ombra del welfare per il PD, Diego Bianchi, blogger e autore televisivo, e Fausto Raciti, segretario nazionale dei Giovani Democratici. Oltre 500 persone alla Fiera di Cagliari, un successo che testimonia l’attenzione, e la preoccupazione che queste questioni suscitano nell’opinione pubblica.

 

«Mi fa piacere essere oggi qui con Marco e con tutti voi – ha detto Enrico Letta all’inizio dell’incontro – perché considero questo tema importantissimo per la Sardegna, per l’intero Paese, e per le nostre possibilità di tornare a crescere. Giustamente avete deciso di attribuire grande rilievo alla parola FUTURO. E’ un concetto oggi in difficoltà, schiacciato da un presente sempre più invadente. La nostra società, la politica, l’economia sembrano infatti ossessionate dal presente. E questo impedisce di costruire risposte e prospettive a lungo termine. Proprio le stesse di cui soprattutto i giovani hanno bisogno per recuperare fiducia e speranza. Dopo tutto, la crisi che stiamo vivendo cos’altro è se non il prodotto di un eccesso di presente? E Berlusconi, e il centrodestra, non sono forse i campioni di quest’ossessione ad avere sempre tutto e subito? Allora – ha proseguito Letta – le prossime elezioni qui in Sardegna saranno uno scontro tra chi ha cercato di costruire in questi anni una visione di sviluppo basata sul futuro (la giunta Soru) e chi del futuro e delle nuove generazioni dimostra quotidianamente di non avere cura, come Berlusconi e Cappellacci».

 

Enrico ha ragione. Basta ricordare come il centrodestra ha amministrato la Regione fino al 2004. Sprechi e debiti. Nessuna proposta di alto profilo, nessuna capacità di visione. Il confronto con quanto fatto, invece, dalla giunta Soru è illuminante. Su questo dobbiamo insistere per far comprendere ai nostri elettori che il 15 e il 16 febbraio avranno la responsabilità di decidere non solo tra Cappellacci e Soru, ma anche tra il passato e il futuro, tra la cattiva e la buona amministrazione.
Questa responsabilità è ancor più pesante se pensiamo ai giovani. Nel corso dell’incontro abbiamo riflettuto su analisi e dati che semplicemente non lasciano spazio a rinvii.

 

D’accordo sulla necessità di un’inversione di rotta anche Fausto Raciti, da novembre segretario dei Giovani Democratici eletto con le  primarie del PD che, non a caso e ancora una volta, si sono rivelate una straordinaria occasione di mobilitazione giovanile. «Vorremmo ci fosse – ci ha raccontato – una maggiore attenzione per questi temi. È del resto interesse di tutti contribuire a sbloccare il partito e la società italiana. Tre gli obiettivi prioritari: il lavoro, la casa, e la possibilità di costituire una famiglia. Lo studio e la conoscenza, che voi avete deciso di enfatizzare nel titolo di questa manifestazione, sono ovviamente importanti, ma ci sembrano più che un obiettivo uno strumento indispensabile per realizzare un disegno di equità».

 

Un disegno, quello abbozzato da Fausto, che non può che partire da un’analisi oggettiva della realtà con la quale dobbiamo confrontarci. L’Italia, e la Sardegna in particolare, hanno un problema di crescita demografica, legato a doppio filo alla bassa partecipazione delle donne e dei giovani al mercato del lavoro. Come mi è capitato di ripetere più volte in queste settimane, il nostro welfare è sbilanciato e poco equo e finisce per penalizzare proprio quelle risorse fresche che invece andrebbero esaltate per mettere la società nella condizione di competere al meglio.

 

I giovani scontano un problema di libertà e autonomia. Non possono scegliere di «camminare da soli» perché il sistema non glielo consente. Il lavoro precario ostacola la capacità di progettare il futuro. Difficile, anzitutto, trovare un’occupazione soddisfacente, anche perché il sistema formativo fatica a valorizzare appieno le competenze acquisite e il merito. Difficile andare avanti con una prospettiva di vita «a tempo determinato»: poche certezze, nessuna stabilità. Difficile, se non impossibile, infine, lasciare la casa dei genitori e decidere di fare un figlio.

 

Come uscire da questo corto circuito? Le risposte ovviamente investono le istituzioni a tutti i livelli e riguardano un gran numero di politiche pubbliche. Dagli interventi per l’occupazione e gli affari sociali – penso alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro e alla grande riforma degli ammortizzatori sociali, entrambe in questi mesi chieste, invano, dal PD – alle politiche per la conoscenza, per la conciliazione tra lavoro femminile e famiglia, per la casa.

 

Dal 2004 la giunta Soru ha dato il via al cambiamento anche in questo settore. Ora occorre andare avanti. La riduzione della disoccupazione giovanile e l’incremento del tasso di occupazione femminile testimoniano che il salto di qualità c’è stato. Il cambiamento è poi confermato poi dagli interventi per la casa, dal  sostegno alle famiglie numerose, dai programmi come master and back che hanno consentito a tanti giovani sardi di misurarsi con se stessi e con le proprie capacità.

 

Non interrompiamo questo percorso. Rilanciamo la scommessa.  La scommessa di guidare, con Soru, la Sardegna, certo. Ma anche la grande scommessa del PD. È un po’ quello che ci ha invitato a fare Diego Bianchi. Ricordandoci, a modo suo e con il consueto dissacrante ma efficacissimo umorismo, che il PD è davvero una cosa seria.

 

Infine, Renato Soru, giunto in serata, ha ribadito la ferma volontà, sua e della coalizione di centrosinistra, di rinnovare nella prossima legislatura regionale l’impegno a rispondere con iniziative concrete alle esigenze dei giovani sardi. Dai programmi per la formazione ai collegamenti con il continente, dal sostegno per le giovani coppie alla lotta contro il precariato.

 

Una giornata importante, ricca di energia e della volontà di confrontarsi sui temi veri, fuori dalla retorica elettorale, determinati a occuparci del futuro nostro e della nostra comunità. Del futuro che meritiamo, che vogliamo meritare, che dobbiamo meritare.

 

Scarica le schede riassuntive dei dati.

Guarda il video dell’iniziativa.

Scarica il testo completo dell’intervento di Marco.