Le urne parlano chiaro: dopo meno di 100 giorni i sardi puniscono Berlusconi & Cappellacci

I sardi li freghi una volta sola: basta riprendere lo slogan elettorale di Berlusconi e Cappellacci per descrivere alla perfezione l’esito del voto europeo in Sardegna. Non li freghi, i sardi, soprattutto quando passi dalle promesse mirabolanti, dalla presenza puntuale  (pagata a caro prezzo dal contribuente a suon di  voli di Stato) e dall’eldorado a portata di mano alla negazione di tutti gli impegni assunti. Ci sono stati lo scippo del G8 e il trasferimento delle risorse della nostra Regione allo Stato. La rapina dei fondi FAS per le infrastrutture e le bonifiche e l’ipotesi, mai smentita, di fare della Sardegna un sito per le centrali nucleari. E poi l’ENI e Putin, prima pronti ad accogliere tutte le pressioni del Presidente del Consiglio per salvare l’industria sarda, poi scomparsi nel nulla. Infine, un esecutivo che cancella l’impegno di approvare una legge per dare alla Sardegna i seggi al Parlamento europeo che le spettano in ragione dei suoi abitanti.

A reggere la coda a questo Governo nemico della Sardegna, una Giunta regionale diventata ormai braccio operativo di palazzo Grazioli e Villa Certosa. Una Giunta che finora si è fatta notare solo per aver umiliato la propria dignità. Lo ha fatto quando il suo presidente Cappellacci ha accettato di recarsi presso l’abitazione privata del Principe per farsi comunicare che diversi giorni prima il Consiglio dei Ministri aveva spostato il G8 a L’Aquila (giova ricordare che per una garanzia di rango costituzionale il Presidente della Regione avrebbe dovuto essere convocato a quel Consiglio dei Ministri). Lo ha fatto quando ancora Cappellacci si è recato di nuovo presso la residenza privata del Principe , quella estiva, per farsi dettare dal suo avvocato-parlamentare personale le norme del c.d. “pacchetto-casa ” (peraltro non ancora presentato). Lo ho fatto tutte le volte in cui non ha neppure avuto il coraggio di protestare contro questo governo.

I sardi hanno voluto punire anche un Governo e una Giunta che non hanno ascoltato le proposte del PD e del centrosinistra per affrontare la crisi. Loro la affrontano negandone la gravità, noi abbiamo avanzato proposte concrete per sostenere chi perde il lavoro e per far ripartire l’economia attivando investimenti pubblici, che significano infrastrutture per la viabilità, la casa, l’istruzione. Ecco le ragioni di un risultato che in Sardegna premia il centrosinistra al di là di ogni più rosea previsione. Alcuni dati sono emblematici: il Partito Democratico guadagna circa 11 punti sulle regionali di febbraio, e ottiene un risultato assai positivo anche se si raffrontano elezioni omogenee (si mantiene il risultato delle politiche del 2008, mentre in tutta Italia si perde; il miglioramento è di oltre 2 punti sulle politiche del 2006 e di oltre 12 sulle europee del 2004). La coalizione nel suo complesso passa dal 39 per cento alle regionali al 55%. Una maggioranza netta, cui fa riscontro una fragilità del centrodestra: il PDL si ferma al 36%, meno dei voti dei partiti che lo hanno sostenuto alle elezioni regionali, e perde 6 punti percentuali rispetto alle politiche del 2008. L’UDC, che fa segnare risultati positivi in tutta Italia, in Sardegna quasi dimezza la sua percentuale rispetto alle regionali e, in controtendenza rispetto al dato nazionale, perde anche rispetto alle politiche del 2008. Dunque il PDL coi suoi alleati nazionali vale meno del 40%, e la scelta dell’UDC di sostenere in Sardegna questa Giunta non viene apprezzata dai suoi elettori.

confronto risultati elezioni regionali/europee 2009 in Sardegna

Dunque, un risultato chiaro e incoraggiante. Ma probabilmente frutto, oltre che dei nostri meriti, dei demeriti altrui. Ora abbiamo davanti a noi due grandi compiti: continuare con l’insediamento del Partito Democratico, e definire con maggiore chiarezza i nostri obiettivi di programma e il quadro delle alleanze, per costruire una coalizione ampia e capace di avanzare proposte di governo vincenti, per gli enti locali e per la Regione. Dobbiamo naturalmente anche continuare a fare opposizione in Consiglio regionale, passando a una fase più propositiva. Visto che questa Giunta non ha un programma e non ha idee, se non quella di provare a smontare quanto di buono è stato fatto negli scorsi anni e di tornare “allegramente” al passato, noi del  PD e del  centrosinistra siamo chiamati – come già abbiamo fatto in occasione della Finanziaria – a incalzare la Giunta con le nostre proposte, dialogando con quanti, nella politica e tra le rappresentanze sociali, dell’impresa e del lavoro, ha già registrato l’inconsistenza del centrodestra.

Il risultato elettorale è stato molto positivo anche – soprattutto – per la qualità e l’impegno di Francesca Barracciu e Bruno Dettori. Se, come sembra ormai certo, nonostante un risultato eccellente, non riusciremo a eleggere un parlamentare europeo sardo, la Sardegna subirà un grave danno. Un parlamentare europeo – anzi, due, come chiediamo da tempo – servirebbero moltissimo alla nostra Regione: per rappresentare il nostro popolo e soprattutto per difendere i nostri diritti quando a Bruxelles si discute di insularità, Fondi strutturali, agricoltura, immigrazione. Le istituzioni sarde – il Consiglio regionale, le istituzioni e i Parlamentari nazionali sardi, le organizzazioni sociali – hanno ora il dovere di vigilare con la massima attenzione sulle attività delle Istituzioni comunitarie, utilizzando tutti gli strumenti di informazione, iniziativa e pressione di cui dispongono.

Ma possiamo fare anche una cosa più concreta, anche per evitare di sentire, tra circa 4 anni e mezzo, le ormai abituali giustificazioni – “la fretta!” – che si produrranno per giustificare la mancata assegnazione dei seggi al Parlamento europeo alla Sardegna, chiediamo che il tema sia affrontato sin d’ora: il Consiglio regionale adotti una proposta di legge nazionale che, modificando la legge per l’elezione del Parlamento europeo, assegni alla Sardegna i due seggi che le spettano sulla base della popolazione. È una proposta che potrebbe essere adottata rapidamente, e poi sottoposta all’esame del Parlamento, dove è auspicabile che possa essere sostenuta da tutti i parlamentari sardi, e che per questa ragione chiedo anche alla maggioranza consiliare di sostenere.

 

Dati delle Elezioni Europee (6-7 giugno 2009)

 

Liste e risultati: SARDEGNA

Partito Voti %
Pdl 202.145 36,6
Lega Nord 4.090 0,7
PD 196.396 35,6
Idv 48.756 8,8
Udc 29.800 5,4
Prc-Pdci 26.429 4,8
Sin. e Lib. 16.297 3,0
La Destra-Mpa-Pens-Adc 7.393 1,3
Lista Bonino-Pannella 14.819 2,7
Fiamma 3.529 0,6
Lib. Dem. – Maie 1.996 0,4

 

Preferenze: SARDEGNA

Candidato Luogo e data di nascita Preferenze
Barracciu Francesca Sorgono (NU), 11 giugno 1966 114.295
Dettori Bruno Sassari, 22 dicembre 1941 56.490
Borsellino Rita detta Rita Palermo, 02 giugno 1945 30.590
Barbagallo Giovanni Trecastagni (CT), 01 giugno 1952 1.472
Crocetta Rosario Gela (CL), 08 febbraio 1951 1.243
Bono Mariolina Sciacca (AG), 20 aprile 1960 900
Tripi Italo Ovidio Enrico Altofonte (PA), 17 luglio 1949 798
Timbro Maria Flavia Messina, 22 aprile 1980 346

 

Preferenze: Circoscrizione V – Italia Insulare (SARDEGNA+SICILIA)

Candidato Luogo e data di nascita Preferenze
Borsellino Rita detta Rita Palermo, 02 giugno 1945 229.019
Crocetta Rosario Gela (CL), 08 febbraio 1951 150.091
Barracciu Francesca Sorgono (NU), 11 giugno 1966 116.598
Barbagallo Giovanni Trecastagni (CT), 01 giugno 1952 68.381
Tripi Italo Ovidio Enrico Altofonte (PA), 17 luglio 1949 67.192
Dettori Bruno Sassari, 22 dicembre 1941 57.439
Bono Mariolina Sciacca (AG), 20 aprile 1960 20.762
Timbro Maria Flavia Messina, 22 aprile 1980 14.250