Manovra: PD, Silenzio Gelmini Allarmante. Parlamento intervenga per modificare radicalmente interventi
Il Pd ritiene “allarmante” il silenzio della Gelminisulla manovra economica.
“In attesa di conoscere il testo definitivo del decreto, e dunque la natura degli interventi rivolti alla ricerca e all’universitá, un fatto è certo: mentre persino Bondi e Brunetta hanno preso posizione non si è sentita per nulla – affermano Maria Chiara Carrozza, presidente del Forum universitá, ricerca e saperi del Pd, e Marco Meloni, responsabile universitá e ricerca della segreteria del Pd – la voce del ministro dell’universitá e della ricerca, Mariastella Gelmini. Ciò significa forse che ha condiviso le misure che ancora una volta prendono di mira, senza alcuna logica, la ricerca e l’universitá? Il ministro Gelmini avrebbe dovuto ricordare a Tremonti – proseguono i due esponenti del Pd – che la ricerca e l’universitá, dopo due anni di tagli senza precedenti, sono giá allo stremo. E che la chiusura o l’accorpamento, senza alcun criterio, di enti pubblici di ricerca che rappresentano luoghi di eccellenza a livello internazionale, citiamo per tutti l’Istituto Nazionale di Alta Matematica, sarebbero un errore imperdonabile. Non si produrrebbero risparmi e si priverebbe il paese di importantissimi enti di ricerca, forti di una tradizione prestigiosa e inseriti in una rete di rapporti scientifici internazionale”.
Secondo Carrozza e Meloni “se confermato, lo stralcio dei tagli di finanziamento agli istituti culturali e di ricerca, arrivato dopo l’esame attento di Napolitano e la mobilitazione del mondo della cultura e della ricerca, permette di affrontare questa materia con altri occhi”. “Il disegno del governo è comunque chiaro: assestare costantemente duri colpi alla ricerca pubblica; impedire che istituti di grande autorevolezza scientifica continuino a svolgere in modo indipendente studi e analisi al servizio delle istituzioni pubbliche, nazionali e internazionali; cancellare le prospettive di migliaia di ricercatori che hanno dedicato la loro vita professionale all’avanzamento della ricerca in settori fondamentali per un paese moderno.
La manovra, anche nel settore della ricerca e dell’universitá, colpisce i piú deboli e i piú giovani, ricercatori precari che, privi di tutele, con il mantenimento dei blocchi al turn-over e i limiti all’assunzione di lavoratori a tempo determinato o con rapporti di collaborazione, verrebbero semplicemente mandati a casa. Ora – concludono – il Parlamento deve intervenire per modificare radicalmente la manovra, inserendo misure che diano spazi e prospettive certe ai ricercatori”. (ANSA)