Meno tasse per tutti, anzi no

«Il 2010 sarà l’anno delle riforme. Partiremo con quelle della giustizia, poi proseguiremo con la scuola e soprattutto con un programma di riforma fiscale per ridurre le tasse». Questi secondo le agenzie i propositi comunicati da Berlusconi per l’Epifania. Peccato però che quanto alla riduzione delle tasse il Governo abbia poi, per bocca di Bonaiuti, smentito quasi immediatamente.

Di fronte a quello che non è altro che l’ennesimo tentativo della maggioranza di coprire con facili proclami l’assenza di un programma chiaro e condiviso di riforme utili per il Paese, così mi sono espresso in una nota stampa diffusa nelle ore immediatamente successive al passo indietro del Governo: «Il proposito di Berlusconi di ridurre le tasse nel 2010 ha avuto vita breve. Dopo aver annunciato che il 2010 sarebbe stato l’anno della riforma fiscale, già all’imbrunire il premier ha fatto una precipitosa retromarcia».

Il Governo, per tutta risposta, si è rifugiato nella solita demagogia volta a demonizzare gli avversari politici. Con il viceministro Vegas, stavolta, il quale nella sua controreplica ha definito «professionisti della menzogna» gli esponenti del PD, pur di non ammettere la verità dei fatti, confermata, se non altro, dal fatto che persino secondo il Giornale, nell’edizione di stamattina, Berlusconi le tasse vorrebbe ridurle ridurle. Sarebbe bene che il Governo, a partire dal Presidente del Consiglio che lo guida, la smettesse con questa politica degli annunci (puntualmente smentiti), ed esprimesse una posizione chiara e ufficiale sulla riforma del fisco. Nel frattempo l’auspicio è che, perlomeno, nel 2010 la pressione fiscale non aumenti, come invece è avvenuto nel 2009.

 

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