Meloni: “Costretti a restare assieme, hanno paura delle elezioni. Noi pronti”

Il consigliere del Pd attacca le scelte della Giunta.

«La loro crisi interna la paghiamo noi» «Il governo nazionale è di fatto commissariato, ma la Regione Sardegna dovrebbe essere commissariata almeno cento volte». Il consigliere regionale del Pd, e responsabile nazionale di Pubblica partito, Marco Meloni fa un’analisi impietosa della Giunta Cappellacci, anche alla luce dell’ultimo rimpasto. «Ma non ne faccio una questione di nomi, perché i vecchi assessori non sono migliori delle donne appena nominate. Anzi».

A molti però sfugge il senso di alcune scelte. «La verità è che Cappellacci e la sua maggioranza ormai non si sopportano più, stanno insieme per forza. Sanno che l’unica alternativa è il voto, che però temono perché sanno di perdere. Quindi preferiscono una crisi permanente, che però fanno scontare a tutti noi».

Questa instabilità politica arriva in un momento di crisi straordinaria. Si aspettava scelte diverse da parte del Presidente della Regione? «Sinceramente mi sarei aspettato che, davanti all’evidenza di alcuni fallimenti come la vicenda dei fondi Fas o la vertenza entrate, qualcuno chiedesse scusa e dicesse “abbiamo sbagliato”. Invece dobbiamo sentirci dire che l’assessore alla sanità viene sostituito perché ha lavorato bene».

Sulla vertenza entrate hanno chiesto il vostro aiuto. «Ma noi possiamo anche trovare l’unità, a patto che ci sia una operazione di verità. Ci hanno raccontato in campagna elettorale che una volta eletti, il rapporto con il Governo ci avrebbe garantito grandi vantaggi. Invece questo è stato il governo che ha trattato peggio la Sardegna. Il governo Prodi, quando eravamo alla guida della Regione, ha sottoscritto con noi un accordo storico sulle entrate, che questi stanno vanificando».

C’è una sottovalutazione della gravità della situazione? «In questo momento servono istituzioni credibili, che facciano scelte anche difficili. Ma anche sulle entrate, ancora la settimana scorsa in Consiglio regionale, esponenti della maggioranza hanno sostenuto che la colpa era dell’accordo Soru-Prodi che non era immediatamente applicabile. E lo stesso giorno chiedono al governo di rendere l’accordo immediatamente applicabile. Immaginare che sappiano cosa stanno facendo e come uscire da questa situazione, francamente mi sembra impossibile».

Il centrosinistra sembra non voler affondare il colpo, quasi fosse in attesa. «Questa legislatura è finita, per ammissione della stessa maggioranza. Ma sono loro che decidono, se condannarci a questo tirare a campare o scegliere il voto. Noi più che chiederlo ormai da mesi, non possiamo fare. Se non fare appello a quelle forze della maggioranza, che possono staccarsi dal Pdl e trovare il coraggio di far finire questa esperienza fallimentare. Da dove dovrebbe ricominciare il centrosinistra, se dovesse guidare di nuovo la Regione? Idee ne abbiamo messe tantissime in campo in questi anni, ora dobbiamo rapidamente portarle a sintesi e dirci cosa vogliamo fare e con chi. Io credo che le recenti amministrative, specie il voto di Cagliari, abbiamo dimostrato che c’è una atmosfera nuova e anche la voglia di una politica diversa, che dia speranze e non solo delusione».