Non per nomina o per concessione, ma per elezione: il mio sì alla parità di genere

Non per nomina o per concessione, ma per elezione: il mio sì alla parità di genere

cameraritIntervento in Aula nella discussione sulla riforma della Legge elettorale del 10 marzo 2014

Intervengo per dichiarare il mio sostegno a questi emendamenti sulla parità di genere, che ho sottoscritto e spero che siano votati a scrutinio palese.

Intervengo per dire che la parità di genere riguarda tutti, riguarda la funzionalità delle istituzioni e la pienezza della democrazia: è un principio costituzionale che deve essere promosso dalla legge, e in particolare da questa legge, la legge elettorale.

Intervengo per dire che questo Parlamento, che – specie grazie al Partito Democratico, che ha norme interne molto rigide in favore della parità di genere – è il più paritario della storia repubblicana, non possa fare dei passi indietro su questa materia, ma debba invece fare un passo decisivo in avanti.

Intervengo,infine, per affermare che questi meccanismi forzosi non sono l’ideale: sono una condizione di partenza, e sono la norma migliore per assicurare la parità di genere qualora dovessero persistere le liste bloccate. Però io sono convinto che dovremmo, a partire da questa base, fare un passo in più, e conciliare la promozione della parità di genere con la scelta diretta dei parlamentari da parte dei cittadini. Ci sono strumenti capaci di assicurare entrambi i risultati, e possiamo lavorare perché diventino legge.

In conclusione, dunque, lavoriamo perché sia per gli uomini che per le donne, la legge preveda che si divenga parlamentari non per nomina o per concessione, ma per elezione.