«Ora bisogna riportare a casa i miliardi persi in questi anni>>

«Ora bisogna riportare a casa i miliardi persi in questi anni>>

Cappellacci? «Vende fumo dopo aver sfasciato i conti». Pigliaru? «Serio e competente, l’ho visto all’opera quando era assessore».
Dai banchi della Camera dove è approdato l’anno scorso parla Marco Meloni, figlio d’arte, enfant prodige del Pd sardo (nonché per gli osservatori) molto vicino al premier Letta. Sta nel cuore della politica che conta, la commissione Riforme costituzionali che si deve occupare di legge elettorale.
Come vede da Roma la campagna elettorale?
«Con un po’ di nostalgia, dopo due campagne in prima persona, e la voglia di essere presente il più possibile. Per la Sardegna è un momento decisivo: non può permettersi ancora un giorno del malgoverno degli ultimi cinque anni».
Sta facendo già un comizio…
«Chi fa propaganda da almeno un anno, e con i soldi della Regione, è Cappellacci. E l’accompagna con una gestione clientelare e spregiudicata del potere che si spinge agli ultimi giorni».
Per esempio?
«La nomina del presidente dell’ Ersu di Cagliari a dieci giorni dal voto: un fatto semplicemente inconcepibile».
Ma il Pd sembra arrivato inritardo…
«Abbiamo un vero programma di governo, lungimirante e realizzabile. Pigliaru è la persona giusta per rilanciare la Sardegna: ha competenza, buona esperienza e grande visione».
Un po’ grigio, dice qualcuno…
«No, una persona che sa ascoltare, approfondisce i problemi, sa decidere. L’ho visto all’opera».
In che occasione?
«Il 2007, l’anno della vertenza entrate con lo Stato. Il suo contribuito tecnico e politico fu decisivo per conseguire un risultato storico, oltre un miliardo e mezzo in più all’anno per il bilancio regionale. Poi è arrivato Cappellacci e ha vanificato tutto».
Le primarie del Pd avevano altri esiti…
«Francesca Barracciu ha scelto di fare un passo indietro e ha indicato per prima Pigliaru. La decisione è stata poi assunta in organi comunque scelti nelle primarie».
Cosa sta facendo il governo per la Sardegna?
«Chiediamoci prima cosa chiede la Sardegna allo Stato. Cappellacci è passato dal servo encomio, lo dico tra virgolette, a Berlusconi all’oltraggio, irresponsabile più che codardo, ai governi successivi. Il risultato? Zero. Nel frattempo ha sfasciato i conti pubblici, ad esempio quelli della sanità, e ci ha portato al vertice solo in una classifica: la dispersione scolastica».
Che cosa proponete allora?
«Nell’immediato, rapidità negli interventi sulle zone colpite dall’alluvione di novembre. Dobbiamo portare a casa le risorse dell’accordo sulle entrate, con 5 anni di ritardo. Derivano dalle nostre tasse, e ci serviranno per dare ai nostri giovani migliore istruzione, per politiche sociali e per il lavoro. Innovazione e burocrazia leggerissima, per favorire l’impresa e l’attrazione di investimenti di qualità».
Quindi, niente zona franca?
«Che si possa pretendere di avere sanità, istruzione e welfare senza pagare un euro di tasse o è uno scherzo o è un imbroglio. La vera zona franca l’abbiamo fatta noi con la fiscalità di vantaggio nelle aree urbane e nel Sulcis. Si tratta ora di estendere questo modello».
Il governo ha impugnato il nuovo Ppr.
«Ha applicato le norme. L’ossessione di Cappellacci e della destra è riaprire la strada alla speculazione e alla distruzione del territorio senza regole. Per fortuna non ci sono riusciti».

 Unionesarda-20140208