Ora è più vicina un`intesa fra il Pd e il professore.

Ora è più vicina un`intesa fra il Pd e il professore.

«Qui a Londra ho avuto incontri con il mondo della finanza e della politica estera britannica: gli volevo dire di investire in Italia perché il governo di centrosinistra sarà in continuità con l`agenda Monti, ma da ieri il tema non è più la nostra legittimazione. La domanda è solo una: Berlusconi è tornato davvero ed è in grado di destabilizzare tutto?».

Enrico Letta è reduce da un seminario a Chatham House, dove i suoi interlocutori gli hanno chiesto lumi di ciò che sta avvenendo in Italia. Anche qui l`interrogativo è lo stesso: cosa succederà da oggi?

«Come ha detto Napolitano, bisogna finire ordinatamente la legislatura. Il che significa approvare la legge di stabilità, convertire gli ultimi decreti e poi andare al voto rapidamente: per evitare che il Vietnam che il Pdl ha promesso a noi, a Monti e a Napolitano, non trascini con sé la credibilità delle istituzioni. Ci sono alcuni provvedimenti delicati, ma penso che entro Natale si possano approvare tutti, correndo e lavorando nei week end».

Temete che caos e spread in risalita poi vi obblighino a manovre lacrime e sangue appena arrivati a Palazzo Chigi? «Sì, io sono molto preoccupato: quattro mesi di caos e una risalita di 100 punti dello spread hanno un costo di 3-4 miliardi di euro. Che non merita di essere pagato, perché l`Italia ha recuperato credibilità. Ed ho risentito nei miei colloqui il timore di più di un anno fa su un paese che non riesce a trovare una sua stabilità. L’idea di una campagna elettorale giocata su una concorrenza tra Grillo e Berlusconi a chi sfascia di più mi sembra una follia che l`Italia non può permettersi. Ci riporta nell’alveo dei paesi da emergenza: ed anche da parte di tutti quelli che hanno seguito Berlusconi è un atto di irresponsabilità spaventoso. Trovo assurdo che per un posto in Parlamento si aiuti a compiere uno sfascio del genere».

Concorda con chi pensa sia meglio per voi battersi contro il Cavaliere? «No, perché alla fine l`immagine che diamo all`Europa non è quella di un paese normale. Noi vinceremo le elezioni, ma alla fine questa logica da emergenza non aiuta nemmeno noi».

Ora sarà più facile un`alleanza pre-elettorale con Casini e i “montiani”? «Non ho dubbi che faremo un governo insieme alle forze che sostengono Monti oggi. Che questo debba avvenire con un`alleanza con liste apparentate ora, o con un accordo dopo il voto, è da valutare. Non è una furbata perché Bersani ha chiesto i voti alle primarie su questa linea. Quindi è una scelta legata anche alle tecnicalità della legge elettorale. Oggettivamente questa situazione avvicina il Pd al cosiddetto “centro montiano”».

Si lavora a un listone unico con Sel per agevolare l`intesa con Casini? «Quella invece è una scelta politica, ma mi sembra non sia nelle cose. Valuteremo, ma credo abbia più senso andare al voto con liste distinte».

Farete in tempo a organizzare le primarie per la scelta dei parlamentari? «Le primarie si faranno sicuramente, perché si è deciso che si sarebbero fatte. E quelle del 25 novembre dimostrano quanto andare con uno schema aperto, dando fiducia ai nostri elettori, sia solo un vantaggio. Ne parleremo mercoledì prossimo e posso dire che saranno primarie aperte, non solo tra gli iscritti del partito».

Un`intesa tra Bersani e Monti, prima o dopo il voto, diventa più concreta? «Non credo possano esserci forme di intesa sui posti, ma sicuramente questa vicenda di Berlusconi rende ancora più lecito immaginare che anche dopo le elezioni una collaborazione tra Monti e il centrosinistra ci sarà, vedremo in quali forme».