Pa, via i dirigenti condannati dalla Corte dei conti. Niente più voto minimo di laurea per i concorsi

Pa, via i dirigenti condannati dalla Corte dei conti. Niente più voto minimo di laurea per i concorsi

da Il Sole 24 Ore del 16 luglio 2015

Doveva essere un giro di vite agli incarichi ai pensionati nella pubblica amministrazione e invece le maglie si sono di nuovo allargate: secondo un emendamento approvato alla delega Pa dall’Aula della Camera, primo firmatario Giovanni Sanga (Pd), e riformulato dal relatore Ernesto Carbone, il tetto di un anno vale soltanto per i ruoli direttivi, senza possibilità di rinnovo. E resta confermato per tutte le posizioni affidate il vincolo della gratuità. Le votazioni sul disegno di legge sono riprese nel tardo pomeriggio, dopo la riunione del Parlamento in seduta comune per l’elezione dei giudici costituzionali, che si è risolta con l’ennesima fumata nera.

Concorsi pubblici, niente più voto minimo di laurea
Grazie a un altro emendamento del deputato dem Marco Meloni e riformulato secondo le indicazioni del governo, per la partecipazione ai concorsi pubblici si andrà oltre il voto minimo di laurea. Un tema sollevato due settimane fa in commissione Affari costituzionali quando un emendamento dello stesso deputato dem prevedeva ai fini della partecipazione a un concorso pubblico la possibilità di attribuire al voto minimo di laurea un diverso “peso” a seconda della valutazione conseguita dall’ateneo di appartenenza. Una modifica contestata dai rettori e successivamente ritirata.

Dirigenti, stop a incarico se condannati dalla Corte dei conti

Con una proposta di modifica targata M5S, invece, l’assemblea ha sancito la revoca o il divieto dell’incarico ai dirigenti in settori esposti al rischio corruzione, quando c’è una condanna (anche non definitiva) da parte della Corte dei conti al risarcimento del danno erariale per condotte dolose. Montecitorio ha approvato inoltre l’intero articolo 9 dedicato al riordino della dirigenza: resta la possibilità di essere licenziati ma bisognerà almeno aver avuto un incarico e essere stati valutati negativamente. Pur di non essere mandato via il dirigente pubblico potrà comunque chiedere di essere demansionato a funzionario.

Il Pd: l’ampliamento risponde a richieste sindaci
L’ampliamento della durata degli incarichi non direttivi ai pensionati «risponde ai tanti sindaci, che hanno sollevato il problema di non potere gestire i servizi sociali senza il supporto dei pensionati, i soli disponibili», ha spiegato il deputato Mino Taricco, che ha siglato l’emendamento. Intervenendo a Montecitorio, ha spiegato come si è voluto venire incontro «ai piccoli Comuni, alle realtà montane o marginali, dove certe attività vengono svolte solo dai pensionati, perché ci sono solo loro». Insorge il Movimento Cinque Stelle. «Una schifezza, una norma “porcata”», commenta il deputato Massimo Enrico Baroni.

All’Avvocatura dello Stato spazio ai giovani
L’assemblea di Montecitorio ha dato il via libera anche all’articolo 9-bis della delega sull’Avvocatura dello Stato, che prevede il divieto di affidare posizioni di vertice a chi è vicino alla pensione e l’affidamento di incarichi sulla base del merito.

Lavoro e disabilità, nascerà una Consulta
Disco verde anche alla creazione di una Consulta per «garantire un’efficace integrazione in ambiente di lavoro di persone con disabilità». A prevederlo un emendamento alla delega, prima firmataria Chiara Gribaudo (Pd), sempre riformulato dal relatore.