Parità di genere: basta retorica

Interventi concreti e non retorica per la parità di genere. All’insegna di questi obiettivi oggi, insieme a Francesca Barracciu e Mario Bruno, abbiamo presentato una serie di proposte che affrontano concretamente il tema. La proposta elaborata da Francesca, sottoscritta dal gruppo PD in Consiglio regionale, mira a promuovere le pari opportunità e le politiche di genere, attraverso il finanziamento di progetti pilota per favorire la partecipazione delle donne alla vita sociale, economica e politica e aiutarle a conciliare i tempi della famiglia con quelli del lavoro. Io ho messo a punto un pacchetto di interventi in materia istituzionale ed elettorale, che ho pensato di sottoporre a un confronto pubblico per presentarli formalmente entro le prossime due settimane.

Una considerazione di partenza: l’Italia ha un livello di partecipazione femminile alla vita politica e istituzionale tra i più bassi nell’UE. Siamo quart’ultimi nel Parlamento europeo (dietro di noi solo Polonia, Malta e Cipro) e in quello italiano le donne sono solo il 20% del totale (50esima posizione a livello mondiale). Nel Consiglio regionale della Sardegna le donne sono 7 su 80 consiglieri (8,75%). Sono dati che rendono necessaria l’attivazione di una gamma di interventi che, almeno per un periodo di tempo determinato, producano l’effetto di un sostanziale riequilibrio di genere. Ciò al fine non solo di superare un limite della democrazia reale, ma di portare elementi positivi nella elaborazione e nell’attuazione delle politiche pubbliche.

Ed ecco le 5 proposte, che fanno parte di un insieme di interventi ai quali da tempo lavora Trecentosessanta, con il progetto Donne al volante, coordinato da Alessia Mosca. Con la prima si introduce nello Statuto speciale della Sardegna il principio costituzionale della parità di genere, prevedendo che l’obiettivo venga perseguito concretamente con interventi e norme specifiche, e vincolando a questi fini il legislatore regionale nell’adozione della legge statutaria. Un’altra proposta introduce nella legge elettorale per il Consiglio regionale la quota minima di genere nel listino regionale e in quelli provinciali e la  doppia preferenza di genere; le stesse misure sono introdotte nella legge per l’elezione dei consigli provinciali e comunali, che in Sardegna rientra nella competenza legislativa regionale. Le ultime due proposte introducono l’equilibrio di genere nella composizione della giunta regionale e nelle nomine degli organi degli enti regionali, che devono vedere ciascun genere rappresentato nella quota minima del 40%.

Le proposte di legge saranno ora oggetto di un confronto pubblico, sia nel Consiglio regionale, a partire dai consiglieri del PD e del centrosinistra, sia con col Comitato regionale pari opportunità: l’obiettivo è convogliare su questi temi l’attenzione di tutte le forze politiche e sociali, e raccogliere opinioni e integrazioni capaci di migliorare le proposte, che verranno comunque depositate formalmente entro due settimane. Il mio auspicio è che si raggiunga un’ampia partecipazione tra le forze consiliari e che anche la Giunta regionale sostenga questa iniziativa. Sono convinto, infatti, che su questioni che riguardano l’assetto complessivo del nostro sistema istituzionale è bene procedere ricercando consensi diffusi tra le forze politiche e consiliari.

Scarica la sintesi delle proposte

Scarica la proposta 1 (statuto)

Scarica la proposta 2 (consiglio regionale)

Scarica la proposta 3 (comuni e provincia)

Scarica la proposta 4 (giunta)

Scarica la Proposta 5 (enti regionali)