PD, Meloni ad Adinolfi: Chi è il giovane “cooptato”?

«La polemica strumentale lanciata ieri da Mario Adinolfi, sorprendentemente ripresa da agenzie di stampa e quotidiani, relativa alla nuova segreteria del Pd, fatta, a suo dire, solo di “segretari”, si riferiva certamente (anche) a me, che effettivamente ho lavorato per diversi anni al fianco di Enrico Letta, in particolare come capo ufficio studi dell’Arel, l’agenzia di ricerca e legislazione fondata da Nino Andreatta».

Lo dichiara Marco Meloni, componente della segreteria nazionale del Pd e consigliere regionale della Sardegna.

«Trovo dunque necessaria una precisazione – continua Meloni – visto che la definizione di “giovane cooptato”, è evidentemente molto più appropriata per Adinolfi che per me. Ricordo infatti ad Adinolfi che negli ultimi anni mi sono presentato diverse volte al giudizio degli elettori, candidandomi al Consiglio regionale, in Sardegna, prima nel 2004 e poi nel febbraio 2009: la prima volta mi hanno votato 3.352 elettori, la seconda 4.783, confermandomi nel ruolo di consigliere regionale. Se la memoria non mi inganna, anche Adinolfi ha avuto modo di presentarsi agli elettori della sua Regione, il Lazio, candidandosi nella ‘Lista civica per Marrazzo’ alle elezioni regionali del 2005. Risultato: 518 voti di preferenza. Sì, proprio 518. In una circoscrizione, quella di Roma, di circa 3 milioni e 400 mila elettori, oltre sette volte piu’ grande della mia (Cagliari, 470 mila elettori)».

«Nel 2008 Adinolfi ci riprova, riuscendo a farsi candidare nella lista (bloccata) del Pd per la Camera dei deputati, e risultando primo dei non eletti. La domanda, come suol dirsi, sorge spontanea: chi, tra i due, è il cooptato, e chi, invece, si e’ misurato direttamente con il consenso degli elettori?».