Passoni lancia i 74 candidati

PAULILATINO. Il Pd batte tutti sui blocchi di partenza: il giorno dopo il deposito delle liste, ieri tutti i 74 candidati (i 10 del listino e i 64 dei collegi provinciali) hanno partecipato alla prima manifestazione collettiva di questa campagna elettorale. Nel gremito teatro Grazia Deledda di Paulilatino, con Antonello Soro e Arturo Parisi in platea, a fare gli onori di casa è stato Achille Passoni, il commissario inviato da Walter Veltroni a cercare di ridurre gli scontri e a fare le liste nel segno del rinnovamento a sostegno di Renato Soru. Gli scontri sono rimasti (nella fase finale soprattutto per esclusioni di dissidenti dalle liste) ma ora l’attenzione generale è concentrata sulla ricerca del consenso. Lo ha detto chiaramente Passoni aprendo i lavori: il Pd in Sardegna si presenta unito alla sfida elettorale riproponendo una coalizione di Centrosinistra che nel pluralismo e nella capacità di confrontarsi ha il suo punto di forza. Il commissario del Pd sardo ha sferrato un duro attacco al Centrodestra: «Sta facendo una campagna elettorale per interposta persona. Abbiamo di fatto il candidato oscurato dal presidente Berlusconi». Invece, ha aggiunto Passoni, «Soru e i nostri candidati stanno percorrendo le strade della Sardegna senza fare promesse e confusioni sull’archeologia, perchè sono figlie e figli della loro terra. Il loro impegno è quello di realizzare il programma della coalizione perché la Sardegna ha bisogno di proseguire sul cammino di innovazione avviato da Soru».

Passoni ha detto che «la nostra sfida sarà coniugare democrazia e capacità di decidere. Potete immaginare – ha concluso con una frecciata – Cappellacci presidente? Dovrebbe chiamare il presidente del Consiglio ogni dieci minuti…».

E’ intervenuto anche Renato Soru, che poi nel pomeriggio ha parlato a Nuoro. Il leader del Centrosinistra ha detto che di fronte alla crisi mondiale «occorrono senso di responsabilità e realismo, capacità di programmazione». E ha spiegato: «Noi puntiamo a risparmiare ogni euro possibile per destinarlo allo sviluppo ragionato, ottimizzando tutte le risorse. Occorre maggior rigore. Dobbiamo stare tutti più attenti». Dopo aver affermato che la presenza costante di Berlusconi impedisce di fatto un confronto sui problemi della Sardegna con il candidato del centrodestra, Soru ha enunciato i traguardi raggiunti dalla sua amministrazione. «Per questo i ticket in Sardegna sono i più bassi d’Italia. La Regione si è ripresa con coraggio le proprie competenze – ha aggiunto – e non si è nascosta davanti alle responsabilità. Abbiamo rivendicato maggiori entrate, ottenuto restituzione di beni del demanio, abbiamo riscritto l’art. 8 dello Statuto e ora possiamo occuparci di trasporti».

Arturo Parisi ha detto che «ci presentiamo alle elezioni forti dei nostri programmi per un cambiamento che deve continuare, ma ancor prima forti dei risultati di governo di un cambiamento giá iniziato. Non possiamo dimenticare le nostre difficoltà, le nostre divisioni. E tuttavia possiamo dire che il saldo del rendiconto è positivo». L’ex ministro, leader degli ulivisti, ha quindi affermato che «al centro della scelta sta ora da una parte una coalizione che ha lavorato per cinque anni per la Sardegna, e dall’altra una persona, che della Sardegna non conosce né la storia, né i drammi né le attese, e neppure cosa siano i nuraghi, ma solo le sue sette ville da sogno nei quali sí ha immagazzinato le sue ricchezze». L’ex ministro ha infine sollevato la polemica «non strumentale» sul simbolo del Centrodestra, che recita «Berlusconi Presidente»: come «se il candidato fosse lui personalmente». E’ per questo che dico assieme a Soru: la Sardegna non ha bisogno di un monarca».