PD: fuga dall’università con Berlusconi e Monti, cambiare con il diritto allo studio

PD: fuga dall’università con Berlusconi e Monti, cambiare con il diritto allo studio

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“I dati diffusi oggi dal CUN sul calo delle immatricolazioni certificano la fuga dall’università. Purtroppo non ci sorprendono. Per cambiare, il primo provvedimento del Partito Democratico al governo riguarderà il diritto allo studio”, dichiarano Marco Meloni, responsabile Università e Ricerca del Partito Democratico e candidato alla Camera dei Deputati, e Maria Chiara Carrozza, presidente del Forum Università e Ricerca e capolista alla Camera in Toscana per il Partito Democratico.

“C’è una questione sociale gigantesca all’università: eredità di 5 anni di tagli indiscriminati, avviati dal duo Tremonti-Gelmini e proseguiti, nonostante la nostra ferma contrarietà, anche con il governo Monti, che prima ha tentato di innalzare le tasse universitarie e negli ultimi mesi ha ridotto ancora di 300 milioni di euro le risorse. I tagli si sono aggiunti alla preoccupante e costante campagna di delegittimazione con cui si dice al Paese che studiare è inutile, in contraddizione con le politiche europee della Strategia 2020, che ci chiedono di aumentare il numero di studenti e di laureati. Chi vuole studiare e non può completare gli studi per ragioni materiali, come avviene per tanti giovani italiani, subisce l’inaccettabile negazione di un diritto”.

“Alla radice del problema c’è il caso tutto italiano di un equilibrio perverso tra alta tassazione (siamo i terzi in Europa) e un pessimo sistema di diritto allo studio. Diciamo invano da molto tempo”, aggiunge Marco Meloni commentando i dati, “che questo è l’effetto inevitabile delle politiche degli ultimi anni: per uscire dalla crisi è necessario invertire la tendenza. Il Partito Democratico, opponendosi con decisione alle ricette già fallite della destra inglese di aumento della tassazione universitaria, propone come primo provvedimento di governo un Programma nazionale per il merito e il diritto allo studio, finanziato con 500 milioni di euro, che affianchi gli interventi regionali e si estenda alle residenze universitarie. Alla base degli interventi sui docenti, c’è il superamento degli attuali vincoli al turn-over, per riportare i giovani in cattedra”.