PD: realismo e progetto, così si costruisce l’alleanza per battere la destra.
Ai miei amici riformisti dico che discutere è legittimo e anche positivo, ma dobbiamo tutti sapere che occorre avere uno sguardo, un obiettivo, unitario. Il Pd è stato così in diverse fasi, con un’anima più progressista e una più riformista, ma siamo in grado di continuare ad avere una proposta unitaria. Lo abbiamo fatto nella elaborazione dei temi delicatissimi di politica internazionale, dall’Ucraina al Medio Oriente, lo faremo anche con le proposte di politica economica. Credo che nessuno nel Pd non sappia che senza crescita non c’è neppure redistribuzione.
Sul rapporto coi 5S scontiamo il fatto di essere due forze politiche tra le quali per molti anni c’è stata una forte ostilità, quindi è normale ci sia sempre un po’ di disagio. A me oggi però il punto sembra sia connettere il realismo al progetto. Il realismo è sapere che senza un’alleanza, con questo sistema elettorale, le elezioni si perdono, il progetto è sapere che un’alleanza di forze che non offre una prospettiva e un programma di governo non vince e non convince. Nella sfida a questa destra che vuole delegittimare le istituzioni e, attraverso tre riforme costituzionali (magistratura, premierato e autonomia) scardinare la Costituzione, siamo già affiancati. Lo stesso vale sulla sanità e sui salari. C’è ancora strada da fare? Certo, ma possiamo farcela.
Credo che l’impegno del partito in questi anni abbia portato a una evoluzione. Abbiamo avuto la capacità di aprirci a forze che si erano separate o erano esterne al Pd e quindi siamo diventati più all’altezza delle sfide contemporanee: è un mondo più complesso, più diseguale e che richiede una forza solidamente progressista che non perda però mai di vista la sua capacità di governo.