PD110 torna sull’Isola. La tappa di Catania.

No, non stiamo parlando di Lost. Anche se di mezzo c’è “Lo-studente”. Stiamo parlando della quarta tappa del viaggio di PD110, tornata in Sicilia dopo l’incontro con l’Università di Palermo. Questa volta è toccato a Catania. Abbiamo incontrato i suoi ricercatori, i suoi studenti, i suoi docenti e tutti coloro che hanno voluto partecipare al dibattito sul presente e sul futuro dei nostri atenei. Presenti, la senatrice Anna Finocchiaro, capogruppo PD Senato, l’On. Marco Meloni, responsabile PD Ricerca e Università, e i rappresentanti del PD locale e provinciale. Meloni ha aperto l’incontro con alcuni dati: “La Francia ha investito in Università 20 Miliardi, l’Italia taglia alla ricerca il 20% di risorse in 3 anni.” E ancora: “Solo il 10% dei nostri laureati sono figli di non diplomati. Altrove il 35%. La nostra mobilità sociale nettamente al di sotto della media europea”. A proposito di ripartizione risorse Meloni ha precisato come: “se il criterio unico per la ripartizione dei fondi rimane l’occupazione post laurea, il divario tra zone sviluppate e non del nostro Paese, e quindi tra Università del Nord e del Sud aumenterà ulteriormente”. Tanti i docenti che hanno voluto dire la loro in materia di ddl Gelmini e Università. Il professor Colonna, ordinario di storia economica alla facoltà di economia, ha denunciato la mistificazione del ruolo del ricercatore :”essere ricercatore oggi non vuol dire essere disponibile alla ricerca ma essere disposto a pubblicare monografie e ricerche nella speranza di un concorso”. Il preside della Scuola Superiore di Catania, prof. Pignataro, ha invece sottolineato come: “la riforma è retorica. Nega l’autonomia che dice di voler dare. Non c’è autonomia se è la legge che decide quanto e dove spendere, con parametri diversi ogni anno.”

Il mondo della ricerca, fa sentire la sua voce attraverso l’intervento e lo sfogo di Fabio Chisari, ricercatore a progetto: “come vedete indosso una casacca fosforescente, perché sono un invisibile di questa Università”. E prosegue: “mi sono laureato dieci anni fa. Sono stato all’estero ma sono rientrato pensando che il Paese avrebbe avuto bisogno di me. Già, ma quando? Quando sarò una risorsa su cui questo Paese investirà?”. Infine, a proposito dell’intervento del prof. Colonna ha precisato: “per arrotondare sono costretto a fare corsi extrauniversitari. Ma quando preparo le ricerche e le pubblicazioni? Non vorrei arrivare al paradosso di sperare la riforma passi presto, così da bloccare l’ingresso di altri ricercatori, miei colleghi, con cui sono costretto a concorrere per un posto”.

Tanti gli interventi del mondo studentesco. Paolo Ciccia, in rappresentanza del Circolo Università di Catania ha parlato ad esempio di borse di studio: “vincerla è una lotteria. E quando la vinci, non basta neanche tra affitti in nero stellari per i fuori sede, costo dei libri e spostamenti”.

L’incontro è stata chiusa dalla senatrice Anna Finocchiaro che ha subito precisato come: “sia solo una tappa di un percorso, con il quale il Partito democratico vuole riportare l’Università, la ricerca e il tema generazionale tra le priorità di questo Paese”. “Se abbiamo ricercatori di 45 anni, allora vuol dire che una generazione l’abbiamo già bruciata. Non possiamo bruciarne un’altra”, ha continuato il capogruppo PD al Senato. La Finocchiaro ha anche rivolto una forte critica alle politiche in tema di scuola e Università del Governo: “castrano il Paese, il suo sviluppo, le nuove generazioni”. E sul lavoro del PD evidenzia: “con PD110, il lavoro del Forum e dei gruppi PD, stiamo facendo emergere il problema Università. Gli stiamo dando voce.”

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