Pd, tra due mesi i segretari provinciali

Gennaio porterà in dote i segretari provinciali del Partito democratico sardo. I congressi per completare la dirigenza locale si terranno a inizio 2010, il 16: ma senza passare attraverso primarie simili a quelle del 25 ottobre. A votare per eleggere i segretari saranno, stavolta, solo i tesserati.

Lo ha stabilito ieri la direzione regionale, con un voto unanime: è di fatto la prima decisione politica del nuovo corso del segretario (dopo che già erano state elette all’unanimità, dall’assemblea, la presidente Valentina Sanna e le vicepresidenti). E non era scontato: perché Francesca Barracciu e altri della sua area (come Gianmario Demuro) hanno inizialmente riproposto la possibilità di tenere le primarie anche per le province.

IL DIBATTITO Ma alla fine anche i delegati dell’ex mozione Franceschini hanno accolto la proposta di Lai, basata su diverse considerazioni ma soprattutto sulla considerazione che il tempo non aiuta. Organizzare una nuova, ampia consultazione rischierebbe di finire troppo a ridosso delle elezioni amministrative del 2010, e magari di compromettere le primarie di coalizione, là dove si deciderà di farle.

Del resto il voto del 25 ottobre ha dimostrato che, sia a livello nazionale che regionale, non ci sono stati grandi discostamenti tra il voto degli elettori e quello dei tesserati, segno che questi ultimi sono un campione affidabile dell’anima profonda del Pd. Né, ha notato Antonello Cabras, ha molto senso riproporre una chiamata generale alle urne, come se si dovessero verificare equilibri appena definiti.

Anche dall’area bersaniana che aveva sostenuto la candidatura di Giampaolo Diana (è il caso di Marco Meloni e Francesco Sanna) è stata espressa una preferenza per i congressi degli iscritti.

Le otto assise provinciali si terranno perciò il 16 gennaio, mentre entro il 12 dicembre dovranno essere completate le assemblee dei circoli. Nella decisione finale è stata però accolta la richiesta dell’area Barracciu di convocare a breve una nuova riunione della direzione, per varare un regolamento sulle primarie di coalizione da proporre agli alleati in vista delle Provinciali e delle sfide nei grandi Comuni. Lo stesso Lai d’altra parte aveva chiesto, fin dall’assemblea di due settimane fa, di prendere un’iniziativa in questo senso: l’orientamento è che le primarie si facciano a febbraio.

I CONTI DELLA REGIONE Il Pd, intanto, non molla la presa sulla questione delle entrate, dopo aver denunciato nei giorni scorsi l’assenza nel bilancio dello Stato di fondi a copertura dell’accordo Governo-Regione del 2006. Ieri i deputati democratici hanno presentato un emendamento per ampliare i trasferimenti all’Isola.

Quanto alla necessità, condivisa dalla Giunta, di rivedere il patto di stabilità con lo Stato, interviene il consigliere regionale Franco Sabatini, componente della commissione Bilancio: «Sul patto di stabilità non ci possono più essere né tentennamenti, né deroghe: è necessario aprire immediatamente una vertenza con lo Stato con la stessa determinazione mostrata sull’articolo 8 per il nuovo regime delle entrate». L’esponente del Pd chiede perciò «la fine dell’immobilismo e dell’inadeguatezza dell’attività della Giunta regionale», e auspica invece che si ritorni al «clima di forte tensione autonomistica degli anni ’70» che passi attraverso il coinvolgimento di tutto il Consiglio regionale, dei parlamentari sardi, oltre naturalmente a tutte le forze sociali.

La Giunta, aggiunge Sabatini, non può indebolire una vertenza che è politica «inviando a Roma alcuni funzionari che trattano su un livello tecnico-amministrativo. Il confronto è tra Giunta e Governo». Per cui non è ammissibile, conclude il consigliere regionale, «il gioco delle tre carte che la Giunta regionale tenta di fare sottraendo, perfino alla commissione, la visione della proposta di ricontrattazione del patto che la stessa Giunta afferma di aver trasmesso al Governo». (g. m.)