Pigliaru: «Entrate, lo Stato rispetti il Patto»
CAGLIARI. Le polemiche sulle «entrate future» erano terminate ma il paradosso é che i trasferimenti dello Stato potrebbero slittare.
L’assessore al Bilancio, Giorgio La Spisa, aveva riconosciuto in più d’una occasione che il nuovo regime di entrate, contrattato dalla Giunta Soru, era stato un successo e avrebbe portato miglioramenti nel bilancio regionale. Tanto che quei numeri sono stati messi nero su bianco perché, in base all’accordo col governo, dal 2010 la compartecipazione regionale non sarà limitata solo al gettito riscosso in Sardegna ma farà riferimento a tutte le fattispecie tributarie che maturano nella Regione. Insomma, più soldi per il sistema sardo.
A stemperare l’entusiasmo é stato il presidente della Commissione Bilancio, il sardista Paolo Maninchedda, che ha denunciato il serio rischio di non poter contare sulle risorse che lo Stato deve dare all’isola a partire dal 2010. Per due motivi: l’assenza delle necessarie norme di attuazione e, inoltre, per il peso di un Patto di stabilità che spinge la Regione in una situazione paradossale: si discute a lungo in Consiglio la legge Finanziaria, si predispongono faticosamente i bilanci ma poi non si possono spendere le risorse per via del Patto di stabilità.
Maninchedda ha avvisato l’intero Consiglio, il governatore Cappellacci e l’assessore Giorgio La Spisa dello stato finanziario, davvero negativo, in cui si troverà presto la nostra isola.
Francesco Pigliaru, assessore al Bilancio nella Giunta Soru quando fu elaborato l’accordo sulle «entrate future», afferma: «Ci sono due problemi distinti. Se mancano le norme di attuazione significa che la Regione deve correre per rimediare, fermo restando il principio che quando si stipula un accordo si ha diritto ad avere ciò che é stato pattuito». Sarebbe grave, insomma, se lo Stato non onorasse gli impegni presi. Il secondo problema é quello del Patto di stabilità: «Una Regione autonoma ha ancora più titoli per poterlo ridiscutere», dice Pigliaru, «ma il Patto non può comunque mettere in discussione un diritto».
Nel Centrodestra, il deputato Mauro Pili, ha sempre contestato l’impianto di quell’accordo: «Non c’erano le condizioni allora e non ci sono oggi. La Sardegna é in perdita perché si é accollata la Sanità e i Trasporti e la situazione delle entrate é sempre più deficitaria». (Alfredo Franchini)