Quei “giovani” Democratici che non bucano lo schermo

“Ho una segreteria tutta di quarantenni. Poi, ci sono i nuovi segretari della nostra federazione, e i tre quarti sono tra i 30 e i 40 anni. Il partito si sta ringiovanendo alla grande. Ma non riesco a mandarne uno in tv”. Così diceva il segretario dei Democratici, Pier Luigi Bersani a Ballarò, martedì sera. Una dichiarazione orgogliosa e allo stesso tempo polemica nei confronti del sistema dei media. Ma a chi si riferiva? Una richiesta specifica ai (vari) responsabili della comunicazione del Pd porta ad ottenere una rosa di nomi. Tutti continuamente e “disperatamente” spinti nell’agone televisivo, con scarsi risultati: d’altra parte – ammettono dallo staff del Segretario – lo share ha le sue regole. E dunque, ci sono i componenti della segreteria (presentandoli lo stesso Bersani il 24 novembre dell’anno scorso li definì “giovani, ma sperimentati”), e poi altri “giovani” (da sottolineare che in Italia con questo vocabolo si intendono i quarantenni, anno più, anno meno), che si sono già fatti notare.

Per stare alla segreteria si va da nomi arci-noti, almeno nei palazzi della politica, ad altri che quasi un anno e mezzo dopo l’ingresso nelle segrete stanze del Nazareno sono ancora sostanzialmente degli sconosciuti. E non solo per il “grande pubblico”, ma anche per gli addetti ai lavori. Tra le più antiche conoscenze sicuramente Nico Stumpo, 40 anni, oggi responsabile organizzazione (per intenderci, quello che si sta occupando “materialmente” di raccogliere i 10 milioni di firme contro Berlusconi), una carriera tutta politica-partitica: responsabile del tesseramento dei Ds, poi membro della direzione e responsabile della segreteria, e dunque componente della direzione del Pd e vice-responsabile dell’organizzazione. Una carriera tutta politica anche quella di Matteo Orfini, 35 anni, responsabile Cultura e informazione del Pd e anche delle relazioni internazionali della Fondazione ItalianiEuropei, per anni portavoce di Massimo D’Alema.

Poi ci sono anche giovani come Stella Bianchi, 40 anni, tra le fondatrici dei Giovani per l’Ulivo, che aprendo i lavori del primo congresso dei Modem, il 26 novembre scorso a Roma disse: “Mi presento per chi non mi conosce: sono in segreteria del Pd, responsabile Ambiente”. Sta a lei gestire e coordinare – per esempio – tutta la partita dei rifiuti napoletani. E dunque il suo nome – almeno nei lanci di agenzia – si legge. Non è così per altri. Per esempio, per Cecilia Carmassi, 43 anni, già presidente della Fuci, responsabile delle Politiche per la famiglia, Associazionismo e Terzo settore. Il suo nome è apparso insieme a quello delle sue colleghe in segreteria nella lettera in cui le donne del Pd chiedevano a Berlusconi di dimettersi per l’affaire Ruby. A firmare con lei Francesca Puglisi, 42 anni, responsabile Scuola, e già responsabile nazionale dei giovani dell’Ulivo. E Roberta Agostini, 44 anni, responsabile della Salute e della Conferenza nazionale delle Donne, un passato come responsabile della comunicazione del Pd romano. Per lei, una partecipazione “eccezionale” ieri mattina ad Agorà, talk show di Rai Tre.

Tra i meno “battuti” dalle agenzie ci sono anche Ettore Martinelli, 40 anni, Responsabile Diritti, avvocato, consigliere comunale di Milano. E così Matteo Mauri, 39 anni, responsabile Infrastrutture e Trasporti, attualmente capogruppo del Pd alla Provincia di Milano. Ha fatto parlare di più di sé Marco Meloni, 40 anni, responsabile Università, lettiano di ferro: ricercatore all’Arel, l’Agenzia di ricerche e legislazione da Enrico Letta, una carriera politica nelle fila dei Popolari e poi della Margherita. Ha gestito tutta la partita del ddl Gelmini. In televisione, invece, ogni tanto ci va il Responsabile Economico, Stefano Fassina, 44 anni, che è stato consigliere economico del ministero del Tesoro (ai tempi di Carlo Azeglio Ciampi) e ha lavorato a Washington al Fondo monetario internazionale. Sue le proposte di riforma fiscale portate avanti dai Democratici. E sua la sintesi (più o meno) ufficiale della posizione del Pd sul referendum a Mirafiori: “Spero vinca il sì, ma il Pd non dà indicazioni di voto”.

Tra gli altri giovani evocati da Bersani, le indicazioni fornite dallo staff vanno su Matteo Colaninno, 40 anni, figlio di Roberto, portato, tra le polemiche, in Parlamento – tra le polemiche – da Veltroni, come capolista in Lombardia (nella partita del “ma anche”: l’imprenditore, “ma anche” l’operaio). E infine, Andrea Orlando, 42 anni, responsabile Giustizia, e ora pure commissario del partito napoletano, che ha lanciato alcune proposte apprezzate dal Ministro Alfano. Ultima apparizione degna di nota in tv: decisamente in difficoltà a Porta a Porta contro la Santanchè.