Rettifica articolo su riforma consorzi industriali

Illustre direttore,

Le scrivo con riferimento all’articolo pubblicato ieri su «La Nuova Sardegna» in merito alla legge di riforma delle aree industriali a firma di Mauro Liscia.  Le chiedo di precisare che, per quanto mi riguarda, non corrisponde al vero la notizia secondo la quale avrei “voluto un effetto retroattivo” della legge diverso da quello adottato, né, tantomeno, quella per cui avrei sostenuto tale posizione per favorire o “tagliare fuori” qualche singolo dipendente. Ciò in quanto: a) la legge è retroattiva, al 20 dicembre 2007, data stabilita dalla Commissione Industria in sede di approvazione della proposta di legge (avvenuta in quella giornata), per bloccare qualsiasi tentativo, nelle more dell’approvazione della legge, di assunzione di personale da parte dei vecchi consorzi; si tratta di una norma che ho condiviso e difeso intervenendo in Consiglio; b) il termine del 20 dicembre 2007 riguarda i dipendenti a tempo indeterminato dei vecchi consorzi industriali, i soli per i quali si prevede la “stabilizzazione” presso i nuovi consorzi pubblici; c) per i dipendenti delle società private controllate e partecipate dei Consorzi – alle cui assunzioni fa probabilmente riferimento l’articolo – non si prevede alcuna stabilizzazione, ma semplicemente il mantenimento del rapporto professionale e l’applicazione delle norme del codice civile (sulle quali il Consiglio ovviamente non ha competenza); per questa ragione il consigliere Luciano Uras ha ritirato un emendamento che inizialmente prevedeva anche per queste il termine del 20 dicembre 2007. Infine, si prevedono norme specifiche per  la gestione dei rifiuti e delle acque, il cui esercizio – e con esso il personale – deve essere trasferito ai soggetti cui sarà attribuita la gestione dei relativi settori, dando in questo modo attuazione al decreto legislativo n. 152/2006.
In conclusione, ho sostenuto e trovo molto condivisibili le decisioni del Consiglio in tema di personale. Vorrei segnalare in particolare la svolta rappresentata dalle norme su questa materia riferite al futuro: oltre che nei consorzi, grazie all’approvazione di un emendamento del gruppo del PD, anche nelle società controllate o partecipate che nei limiti (molto rigidi) della legge venissero costituite, saranno in vigore le regole per l’assunzione previste per gli enti locali (e dunque il concorso pubblico).
Cordiali saluti.

Marco Meloni

Consigliere regionale Partito Democratico

 

Il testo dell’articolo

Più potere al Casic con la riforma dei consorzi industriali
Graziano Milia non lascia: raddoppia
Territorio più ampio e autonomia maggiore La società del Tecnocasic sarà incorporata

CAGLIARI. Il termovalorizzatore Tecnocasic non sarà privatizzato ma resterà saldamente nelle mani del Casic, quindi nella proprietà pubblica: il tentativo di tenere fuori la società controllata dal nuovo ente provinciale è svanito con la nuova legge di riforma dei consorzi industriali, che contiene novità importanti. Arriva la fine per le assunzioni di taglio politico, come quella del vicepresidente della Provincia Cesare Moriconi: quando, tra settanta giorni, la norma entrerà in vigore ogni nuovo ingresso nel libro-paga del Casic avverrà soltanto per concorso pubblico.

Non solo: il Casic avrà un’assemblea dei soci molto più snella, perché dagli attuali cinquantadue enti e associazioni consorziati si passerà a soli sei, con un notevolissimo risparmio di soldi e di tempo. A far parte dell’assemblea generale saranno i comuni il cui territorio ricade nell’area industriale, quindi Cagliari, Capoterra, Uta, Assemini e Sarroch cui s’aggiungerà un rappresentante della Camera di Commercio da scegliersi su una terna. Definiti anche gli organi: saranno il presidente, il collegio dei revisori, il consiglio di amministrazione, l’assemblea e il direttore generale, la Regione ne avrebbe preferito solo quattro. Cresce invece la competenza complessiva del Casic, che sarà un’ente pubblico provinciale con piena autonomia funzionale, patrimoniale e amministrativa.

Tecnocasic. L’idea della Regione era si scorporare la società del termovalorizzatore facendo leva sull’articolo 4 della nuova norma, quella che vieta ai consorzi industriali di costituire società e di acquisire partecipazioni anche di minoranza. Sarà così, ma d’ora in poi. Quindi Tecnocasic da società controllata al settanta per cento si scioglierà e diventerà parte integrante del Casic. Con un problema da risolvere: il socio privato (30% delle quote) una compagine che farebbe capo al costruttore Gualtiero Cualbu, dovrà essere liquidato. Un compito del collegio di liquidatori, tre membri da nominare fra i dipendenti di provincia, comuni e Regione. Sullo stop alle assunzioni a chiamata diretta i consiglieri regionali Adriano Salis e Marco Meloni avrebbero voluto un effetto retroattivo della legge per tagliare fuori il neoassunto Moriconi, uno scandalo che ancora pesa sul centrosinistra cagliaritano. Niente da fare: il personale in organico al 20 dicembre 2007 conserverà posto e stipendio.

Autonomia. Da ente pubblico economico controllato dalla Regione il Casic acquisirà una maggiore autonomia, oltre che competenza su un territorio più vasto perché andrà a coincidere con quello della Provincia. La nuova legge gli attribuisce infatti autonomia funzionale, patrimoniale a amministrativa. Come dire che gli organi dell’ente potranno muoversi e decidere liberamente nei limiti imposti dalla legge. E’ caduto in dirittura d’arrivo il tentativo di tenere fuori dagli organismi di governo del Casic i rappresentanti della Camera di Commercio: ce ne sarà uno solo, ma farà parte dell’assemblea generale nella nuova configurazione a sei.

Il presidente. La nuova legge non fa riferimento ai presidenti dei consorzi nella versione rinnovata. Al Casic dovrebbe restare quindi in sella e con pieni poteri Graziano Milia, il cui territorio di competenza come vertice del Casic andrà ora a coincidere con quello che gli compete come capo dell’esecutivo della Provincia. Non sembrano esserci all’orizzonte ipotesi di incompatibilità, di certo non ci sono sotto il profilo strettamente legale. Questo significa che sarà Milia a decidere se mantenere la poltrona di Macchiareddu o lasciarla. La sua elezione era stata d’altronde il frutto di una complessa mediazione politica. Difficile quindi che un problema legato alla presidenza venga sollevato già adesso. Da definire invece la posizione di Nino Granara, appena nominato al vertice del Tecnocasic: con l’incorporazione della società controllata nel Casic dovrebbe crescere una presidenza (la sua) e anche una direzione generale. A meno che non si trovi il modo di attribuire alla gestione del termovalorizzatore una qualche forma di autonomia, se la legge regionale lo consentirà.