Riforme, Cagliari città metropolitana. Addio Province: sostituite da distretti

Riforme, Cagliari città metropolitana. Addio Province: sostituite da distretti

da L’Unione Sarda, 1 ottobre 2014

Le attuali Province verranno sostituite da distretti amministrativi regionali nei quali potranno essere decentrate funzioni amministrative regionali.

E’ possibile che la riduzione degli enti arrivi a sei o cinque, con alcuni accorpamenti tra i territori (Olbia-Nuoro, ma è solo un’ipotesi) e l’istituzione della città metropolitana di Cagliari, che però dovrà gestire funzioni proprie per i 16 Comuni dell’area vasta e che quindi – anche se previsto dalla normativa nazionale (Decreto Del Rio) – non coinciderà con l’attuale provincia.

Le linee di indirizzo per la riforma degli enti locali sono state approvate oggi dalla Giunta regionale che entro ottobre varerà la legge di riordino, come è stato spiegato in un conferenza stampa dal presidente della Regione Francesco Pigliaru e dall’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu. Diventeranno enti intermedi costituiti sulla base di una delega che rispetta l’autonomia dei singoli Comuni anche le unioni dei Comuni che dovranno associare alcune funzioni (urbanistica, lavori pubblici, servizi sociali, raccolta rifiuti, polizia locale, funzione amministrativa) obbligatoriamente entro il 31 dicembre 2014. Oggi sono 35 le unioni dei Comuni più cinque comunità montane e questo numero non dovrebbe variare di molto.

Quello che cambierà sarà l’attivazione della personalità giuridica dell’ente che avrà, presumibilmente, una diversa perimetrazione rispetto ad altri ambiti ottimali (ad esempio il piani locali per i servizi alla persona-Plus) e rispetto ai distretti. “L’elemento critico – ha spiegato Pigliaru – riguarda l’assenza di un ruolo unico del personale della Regione e degli Enti locali”. “Vogliamo riorganizzare sistema associazionistico attraverso il sistema delle unioni, rispettando il principio della volontarietà e l’autonomia dei comuni – ha detto Erriu – esiste oggi un intreccio di funzioni che vanno riallocate in un quadro nazionale governato dalla legge Del Rio che nelle regioni a statuto ordinario è già pienamente operativa. In Sardegna la situazione è più complessa e occorre anche definire il destino delle 2500 persone che operano nelle attuali Province, comprese le società in house”.