Riforme e programma, promemoria per Matteo Renzi

Il fatto che il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, cominci a entrare nel merito di alcune questioni che potrebbero migliorare la proposta del Partito Democratico, è indubbiamente positivo. Il fatto poi che su molti dei temi da lui citati – istituzioni, istruzione universitaria, economia verde – l’Assemblea Nazionale del PD abbia già delineato le proprie proposte, che mi paiono in linea con le sue affermazioni di oggi, mentre altri – a partire dalla riforma fiscale e dalla scuola – saranno trattati dall’Assemblea dell’8 e 9 ottobre, dimostra una verità molto confortante: quando si passa dalle astratte rivendicazioni o dalle interminabili discussioni sul passato o sul “senso del PD” alle idee concrete si scopre che sulla maggior parte delle questioni la pensiamo tutti allo stesso modo. A qualcuno spiacerà, ma – udite, udite –  entrando nel merito dei contenuti diventa persino difficile dividersi.

Più specificamente, riguardo alle riforme istituzionali, mi auguro che le battute di Renzi non si riferissero al Partito Democratico: tutto si può dire, infatti, tranne che sul tema stiamo “ragionando in astratto”. Unica tra le forze politiche presenti in Parlamento, abbiamo presentato una proposta organica di riforma istituzionale ed elettorale, che mira a riconsegnare i cittadini il potere di scegliere i parlamentari, a rendere più efficiente e agile il Parlamento, superando il bicameralismo perfetto, e più efficace l’azione del Governo. La proposta mira anche a ridurre il numero dei parlamentari, portandoli da un minimo di 600 a un massimo di 750.  Un numero adeguato alle esigenze di rappresentanza dei nostri cittadini, e del tutto in linea con gli altri grandi paesi europei, che hanno un numero di componenti delle assemblee legislative compreso tra 650 e oltre 900 componenti.

Per quanto il tema delle riforme istituzionali ed elettorali si arricchisca quotidianamente di numerosi, e spesso utili contributi, perché esso non rimanga del tutto sterile e improduttivo è bene mantenere ferma la nostra proposta, e offrirla al confronto tra le forze politiche e parlamentari, nella consapevolezza  che, per sbloccare meccanismi che stanno gravemente condizionando la rappresentatività e il pluralismo delle istituzioni repubblicane, è necessario aggregare, con pazienza e determinazione, consensi molto ampi.

L’Assemblea Nazionale continuerà a elaborare le nostre proposte per l’Italia a ottobre e a dicembre: l’auspicio è che tutti, a partire dai più autorevoli esponenti del PD nel Parlamento e ai vertici delle istituzioni regionali e locali, prendano parte attiva a questo processo democratico di elaborazione delle “proposte forti” che i democratici propongono agli italiani.