Risposte alla polemica sul PD di Cagliari e il conflitto israelo-palestinese

Risposte alla polemica sul PD di Cagliari e il conflitto israelo-palestinese

Nei giorni scorsi il PD di Cagliari, sulla sua pagina facebook, ha pubblicato una frase di Jose Saramago che contiene un esplicito paragone tra lo sterminio degli ebrei nei campi di concentramento e la situazione della Palestina, così da dare l’impressione che quella opinione potesse esprimere le idee del partito sul tema. Ho chiesto qualche chiarimento ed espresso il mio pensiero, suscitando una discussione piuttosto franca, non priva di qualche asprezza e volgarità.

Di seguito alcune mie repliche alle obiezioni che mi sono giunte.

  1. Merito della questione: ritengo che il raffronto della Palestina ad Auschwitz sia “indicibile”, anche se lo dice un premio Nobel o chiunque altro: offende me semplicemente come uomo, al di là della mia fede religiosa (sono cattolico) e delle mie idee politiche, e rappresenta una violenza inaudita nei confronti degli ebrei. Una considerazione non dissimile credo abbia determinato la scelta del quotidiano “la Repubblica” di procedere alla cancellazione del post di Piergiorgio Odifreddi, che paragonava le azioni militari di Israele alle stragi naziste. Come ha scritto Stefano Menichini, “banali e consunte scempiaggini”, rispetto alle quali, da parte di chi ha criticato la decisione del quotidiano, il diritto di parola “si pretende assoluto, sganciato dalle regole imposte dal rispetto, sottratto al diritto di vaglio di un direttore, di una testata, di un editore (tralasciamo gli immancabili riferimenti razziali, suggeriti dal medesimo Odifreddi). C’è qualcosa di primitivo in questa idea di libertà irresponsabile e insindacabile. L’abbiamo già vista all’opera in difesa del negazionismo della Shoah: vogliamo ricominciare per un professore vocato alla provocazione?”. Argomento che condivido. Se poi un organo o uno spazio pubblico ufficiale di un partito politico riporta senza commenti affermazioni quali quelle quelle di Saramago, ingenerando nei lettori la convinzione che siano coincidenti con quelle del partito medesimo, oltre a offendere il popolo vittima dell’Olocausto, esprime una posizione rispetto al conflitto israelo – palestinese del tutto lontano e distante da quanto il Partito Democratico, anche in questi giorni con gli interventi del segretario Bersani, ha sostenuto.
  2. La posizione del Partito Democratico può essere riassunta, appunto, da quanto affermato nei giorni scorsi da Bersani, il quale, tra le altre cose, ha affermato: “Io penso che il rapporto tra la sinistra e Israele si stia sviluppando in una fase nuova. Non sento attualissimo, nel mondo che conosco io, il tema della ragione e dei torti, o di chi comincia prima o della contabilità dei morti. Il sentimento che prevale è: ‘Basta’”, basta tifoserie anche a sinistra”. In passato, a sinistra c’è stato un meccanismo psicologico a sostegno del popolo umiliato, è un antico istinto che va sorvegliato. Detto ciò, oggi non trovo nessuno a sinistra che negherebbe il diritto di Israele ad avere la sua sicurezza e come il diritto dei palestinesi ad avere uno Stato senza usare la forza. Noi dobbiamo dare una mano alle posizioni più moderate impegnate a trovare una soluzione”. Segnalo, al proposito, anche una bella intervista di Emanuele Fiano, deputato e responsabile nazionale Sicurezza del Partito Democratico. La posizione del Partito Democratico, dunque, mi sembra molto chiara. Per la pace, con rispetto e dolore profondo per le sofferenze delle popolazioni isrealiana e palestinese, e con la responsabilità, che lega la comunità internazionale, di compiere ogni azione funzionale ad assicurare il diritto alla sicurezza dello stato di Israele e, al contempo, la creazione di uno stato ugualmente libero e sicuro per il popolo palestinese.
  3. I panni sporchi si lavano in casa, mi ricorda Giulio Cherchi. Dipende: se sono già esposti in pubblico, non c’è casa che tenga. Dunque, quando si autorizzano, o non vi si pone apertamente rimedio, comportamenti come quelli di chi ha pubblicato la frase di Saramago, ancora presente nello spazio Facebook del Pd di Cagliari, questa regola non può applicarsi. In altri termini, se si assume una posizione in un qualche organo di partito, o si conferma quanto il medesimo sostiene nelle sue linee generali, nulla quaestio. Ma se in modo apparentemente casuale si diffondono pensieri di questa gravità, del tutto distanti e inconciliabili con quanto il Partito, nella sua impostazione culturale e nella sua azione politica, sostiene, credo che ci sia un problema da porre, in tutte le forme che consentano a chi legge di sapere che quello NON E’ un pensiero condiviso dal Partito Democratico. Peraltro, inizialmente ho chiesto sul medesimo mezzo (facebook) l’intervento del segretario cittadino senza ricevere nessuna risposta. Giulio Cherchi mi invita anche a frequentare più assiduamente la segreteria cittadina del Partito: a proposito di telefonate, se chiamato rispondo, e a una convocazione della segreteria cittadina non mi permetterei di dire no!
  4. Sulla pagina Facebook in questione è stata pubblicata, oltre 24 ore dopo l’avvio della discussione, una nota di chiarimento, che spiega le ragioni della pubblicazione del “pugno in un occhio” di Saramago. Tutto bene, si riconosce il problema, quantomeno si spiegano le ragioni dell’accaduto. Solo due precisazioni: anzitutto quella frase, è vero, non mina le ragioni a esistere dello stato di Isreale, perché parla d’altro, in modo –ripeto – a mio avviso indicibile e inumano, visto che il peggior abominio dell’uomo sull’uomo, la Shoah, non è paragonabile a nulla, neppure all’altro enorme sterminio di massa del novecento, i gulag staliniani. In secondo luogo, affermare che “la legittimità dello Stato israeliano è minata dalle pratiche di un governo conservatore” mi auguro rappresenti una (non piccola) svista, in quanto confonde l’eventuale illegalità di singole azioni con la legittimità all’esistenza di Israele come stato sovrano, a causa delle condotte di un governo che peraltro – a prescindere dalla condivisione della sua azione – è stato democraticamente eletto. Se invece questa affermazione corrispondesse effettivamente al convincimento di chi, presumo a nome del PD di Cagliari, ha redatto la nota, si giungerebbe all’assurdo di sostenere ciò che la stessa nota aveva appena precisato non essere stato riferibile neppure alla frase di Saramago, ovvero la possibile illegittimità dell’esistenza dello stato di Israele. Preferisco pensare che si sia trattato di una svista.