Sciopero pubblico impiego: segnale di disagio. In manovra aspetti positivi, ora riforme

“Lo sciopero del pubblico impiego di oggi manifesta senza dubbio il forte disagio dei lavoratori dipendenti e dei pensionati del pubblico impiego. Si tratta di un segnale che impegna tutti – governo e forze politiche -a valutare con la massima attenzione gli effetti sulla pubblica amministrazione degli interventi all’esame del Parlamento. Al governo Monti chiediamo di invertire la rotta rispetto agli ultimi anni di grave crisi della legalità e la dequalificazione dei lavoratori pubblici.

L’Italia può rialzarsi se si ricostruiscono le basi dello Stato: regole, legalità, lotta alla corruzione e alle mafie, un settore pubblico più efficiente e nel quale la spesa sia sotto controllo, i dipendenti pubblici che ritrovino l’orgoglio di essere servitori dello Stato. La manovra è un primo argine per salvare l’Italia dal baratro: pur a fronte dei sacrifici, indubbi quanto necessari, specie nella versione approvata dalla Camera molti sono gli elementi nella direzione dell’equità e dell’efficienza istituzionale: dall’innalzamento della soglia per l’indicizzazione delle pensioni al costo della vita, alla cancellazione della clausola di salvaguardia della delega fiscale, grazie alla quale 20 miliardi di euro non verranno tagliati ai servizi, fino ai positivi interventi sulle province e la fusione degli enti previdenziali. Ovviamente c’è ancora tanto da fare.

Tuttavia, pur nel rispetto assoluto delle legittime manifestazioni di disagio, e rimarcando la soddisfazione per la rinnovata unità sindacale, è giusto riconoscere che, se oggi per fortuna i dipendenti pubblici non devono fare gli enormi sacrifici della Grecia, ciò si deve in primo luogo all’operato di un governo e di un Parlamento che hanno accettato l’onere e la responsabilità di portare il Paese fuori dal rischio di insolvenza. Perciò, crediamo che le richieste dei sindacati debbano rappresentare un forte stimolo per la politica, affinché in questa stagione di governo la P.A. sia intesa finalmente come la chiave del cambiamento di un sistema ingessato e poco competitivo. Vogliamo una macchina pubblica più forte, più snella al centro ma presente dove si spostano le competenze istituzionali, fondata su trasparenza, rapidità ed efficienza, in un’ottica sussidiaria che coinvolga anche i cittadini.

È molto positivo l’annuncio odierno del concorso per insegnanti: occorre dare forti segnali di apertura per nuove e giovani professionalità”. Così Marco Meloni, resp. Pubblica Amministrazione e Riforma dello Stato segreteria PD