Sfiducia crescente, alto tasso d’astensione, forte difficoltà economica. La questione sociale e la questione democratica nel Focus Sardegna di Nando Pagnoncelli

Sfiducia crescente, alto tasso d’astensione, forte difficoltà economica. La questione sociale e la questione democratica nel Focus Sardegna di Nando Pagnoncelli

Nota stampa | Il sondaggista e Presidente Ipsos ha dialogato con Marco Meloni, ⁠⁠Tore Cherchi, Daniela Falconi e Piero Comandini

Un sardo su tre dichiara di collocarsi in una fascia di reddito bassa; per oltre la metà del campione intervistato le priorità, tanto a livello nazionale che a livello locale, sono il lavoro e la sanità; in Sardegna l’astensionismo è nettamente superiore rispetto alla media italiana. Sono questi alcuni dei dati presentati da Nando Pagnoncelli, sondaggista e presidente di Ipsos Italia, durante l’incontro pubblico intitolato “Questione sociale e questione democratica – Focus Sardegna” all’Hotel Regina Margherita di Cagliari.

«C’è una sfiducia crescente, soprattutto da parte dei ceti che si autopercepiscono più in difficoltà economica» ha affermato il sondaggista. «Il dato che mi ha colpito di più, rilevato presso il campione sardo, è proprio relativo all’autocollocazione nell’ambito della situazione economica complessiva: il gruppo più numeroso dei residenti in Sardegna, il 33%, dichiara di essere in forte difficoltà economica. Tutto ciò è collegato a disillusione, pessimismo rispetto al futuro, sfiducia nelle istituzioni e nei corpi intermedi e un tasso di astensione che è nettamente più elevato rispetto alla media nazionale». Secondo il Presidente di IPSOS Italia una maggiore attenzione nei confronti di chi vive una situazione di marginalità economica potrebbe essere un elemento per poter recuperare il rapporto tra le istituzioni, la politica e i cittadini.

L’incontro è stato organizzato dal Senatore PD, Marco Meloni. Nell’introduzione dei lavori il parlamentare dem ha dichiarato che l’Italia sta vivendo un impoverimento strutturale: il reddito medio cala, i servizi arretrano, la partecipazione democratica crolla: «In vent’anni la Sardegna ha perso il 20% degli elettori. Quando lo Stato arretra, i cittadini smettono di credere nella politica. Ma la sfida è proprio qui: ricostruire fiducia partendo dai diritti e dall’ascolto». Per questo, secondo il Senatore Meloni, «Il compito del Partito Democratico è quello di dimostrare di essere un partito di cambiamento. In Sardegna il PD va meglio che in Italia: dalle politiche del 2018 al 2022, è passato da meno del 15% a quasi il 20%. Questo non è casuale, ma credo che sia merito del fatto che qui abbiamo costruito con pazienza, generosità e spirito unitario la coalizione».

Per Tore Cherchi, Presidente Fondazione Enrico Berlinguer, il rapporto presentato da Pagnoncelli è un rapporto utile per la buona politica: «Analisi come queste sono utilissime per la buona politica perché chiamano in causa sicuramente i corpi intermedi, ma soprattutto i partiti politici. Le fondazioni e le associazioni culturali, infatti, hanno un limite che riguarda la questione dello sbocco politico, che deve essere assicurato dai partiti, e in generale delle formazioni politiche in senso stretto».

Per la Presidente ANCI Sardegna, Daniela Falconi, «Oggi serve un combinato disposto di politiche rivolte ai territori che mettano insieme le città e i paesi, il mare e la montagna. Politiche che vadano incontro all’esigenza di avere migliori servizi: una scuola migliore, una sanità migliore, politiche orientate al lavoro, alla produttività, al ritorno dei giovani della nostra comunità». Nel suo intervento, la Presidente ha parlato anche di spopolamento democratico, della diminuzione dei luoghi dove far dialogare le persone. «Occorre far riavvicinare le persone alle istituzioni e fare bene ciò che proviamo a fare ogni giorno».

Le conclusioni sono state affidate a Piero Comandini, Presidente del Consiglio Regionale e Segretario regionale del PD Sardegna: «La politica stessa a volte sembra faticare sempre più ad arginare le disuguaglianze e garantire a tutti i cittadini la partecipazione attiva alla vita sociale, culturale ed economica, ed assicurare a tutti una vita libera e dignitosa. Per questo la politica deve riavvicinarsi alla società: ascoltare, dialogare, comprendere e agire. Il Partito Democratico dovrà continuare ad essere quello che è: un partito popolare e non populista».