Sicurezza stradale: Anas collabori con la giustizia e consegni i documenti.

Sicurezza stradale: Anas collabori con la giustizia e consegni i documenti.

È inaccettabile che, a distanza di anni dalla tragedia del 25 dicembre 2017 sulla strada statale 129, in cui hanno perso la vita due giovani, la giustizia non possa ancora contare su tutta la documentazione tecnica necessaria.
Non si tratta di un dettaglio burocratico, ma del diritto delle famiglie a conoscere la verità e del dovere dello Stato di garantire la sicurezza delle persone.

Per questo ho presentato un’interrogazione urgente al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti sulla mancata messa a disposizione, da parte di Anas S.p.A., della documentazione relativa al tratto della SS129 dove nel 2017 persero la vita i fratelli Matteo e Francesco Pintor.

Ho chiesto al Ministero di chiarire le ragioni del diniego di Anas e di disporre l’esibizione dell’omologazione del terminale di guardrail installato in quel punto, insieme alla documentazione che ne attesti l’adeguamento ai parametri europei.

Quando in un processo che deve accertare responsabilità gravi e dirimenti per la sicurezza dei cittadini vengono richiesti progetti, crash test, autorizzazioni e atti di omologazione, una società pubblica deve collaborare senza riserve. La trasparenza non è opzionale, soprattutto quando un guardrail che doveva proteggere è stato, al contrario, la causa della morte di due ragazzi.

Ho inoltre chiesto al Ministero di avviare una verifica tecnica straordinaria sulle barriere di sicurezza della SS129 e sui tratti della rete stradale nazionale che presentano analoghe condizioni di rischio, perché troppe volte si interviene solo dopo una tragedia.

Questa vicenda conferma anche quanto un impianto normativo frammentato e poco chiaro possa produrre effetti devastanti sulla vita delle persone: norme scritte male o recepite male diventano terreno per interpretazioni elastiche e pericolose. È un punto che il Parlamento dovrà affrontare.

Esprimo infine pieno sostegno all’associazione “AdessoBasta!”, fondata da Giovanni Pintor, il fratello dei ragazzi rimasti uccisi otto anni fa, che da anni chiede solo una cosa molto semplice: che le strade siano sicure, che le istituzioni facciano la loro parte, che nessun’altra famiglia debba passare quello che hanno passato loro.