Solo con Pier Luigi le alleanze per battere la destra
Intervista rilasciata da Enrico a Giovanna Casadio, pubblicata su «La Repubblica» di venerdì 23 ottobre.
«Diamo a Bersani la forza per battere Berlusconi già alle regionali del 2010: se gli elettori ribaltassero la vittoria che i congressi dei circoli hanno dato a Pierluigi, Berlusconi avrebbe buon gioco a dire che nemmeno gli iscritti e gli elettori si parlano tra di loro nel Pd». Letta è in Veneto con Bersani e Bindi, in una delle ultime tappe di fine campagna elettorale».
Letta, lei è un cattolico, prodiano, ulivista, Davvero è a suo agio con l’ortodosso Bersani, erede della migliore tradizione del Pci-Pds-Ds?
«Sono oggi più convinto di quando ho cominciato questa avventura. E ho trovato una grande facilità a convincere chi viene dalla mia esperienza a scegliere Bersani per il modo con cui Pierluigi si è posto, per l’affidabilità, la fiducia che evoca. E convincente quando propone un Pd che con lui passerà dall’essere una delle opposizioni a diventare l’alternativa a questo centro- destra».
Ma l’alternativa di cui lei parla non è proprio all’insegna del rinnovamento, se avete candidato i governatori di Campania e Calabria, Antonio Bassolino e Agazio Loiero nelle vostre file.
«Credo che in alcune regioni sono stati fatti errori e lì dovremo lavorare per un drastico rinnovamento. Ma quello che conta è poi la squadra dei candidati segretari regionali e Bersani propone trenta-quarantenni quasi dappertutto. Rosanna Filippin è la candidata segretaria in Veneto. quarantenne, titolare di una partita Iva: questo è un segnale di cambiamento obiettivo. Un altro esempio è in Liguria, dove a contendere la segreteria regionale a Sergio Cofferati che non è il nuovo che avanza abbiamo messo in campo un giovane Lorenzo Basso, 33 anni. E potrei citare molte altri candidati».
Il nuovo è Touadì, che Franceschini ha scelto come suo vice.
«Ho stima di Touadì. È un buon parlamentare, non aggiungo altro, non voglio fare polemiche».
Ci pensa D’Alema, altro grande elettore di Bersani a farle, come quella sugli iscritti che potrebbero non stare più in un partito in cui le primarie ribaltassero il risultato dei circoli.
«Beh, durante queste primarie, Dario invece di interloquire con Bersani ha esagerato a sostituirlo con D’Alema. Pensiamo alla ditta…».
Il rischio scissione nel Pd aumenta se vince Bersani? Così la pensa Rutelli, ma non solo lui. Anche gli ex Popolari sono preoccupati, lo ha detto Beppe Fioroni.
«A parte il fatto che hanno smentito, non esiste il rischio scissione perché la proposta di Bersani è la proposta che comincerà a rendere praticabile la concreta alternativa a Berlusconi e io credo che questo debba essere l’obiettivo di tutti. Da Bersani un’auto usata un italiano la comprerebbe, se la comprasse dal Cavaliere si aspetterebbe un contachilometri taroccato, gomme lisce e marmitta sfondata»
I cattolici saranno a disagio nel Pd di Bersani?
«Non c’è disagio e la presenza mia, di Rosy Bindi e di Follini sta a dimostrarlo. I cattolici l’hanno già votato e lo voteranno. La logica degli ex è davvero finita».
La teodem Paola Binetti va espulsa?
«Sono per non espellere nessuno: il Pd deve attirare non espellere. Anche se la Binetti sull’omofobia ha sbagliato».
Lei diventerà capogruppo alla Camera, se Bersani sarà segretario?
«Il capogruppo c’è, si chiama Antonello Soro e lavora bene».
In definitiva quali sono gli errori che lei rimprovera al Pd di Veltroni e poi di Franceschini?
«Il vero problema è stato all’origine: primarie non competitive e con una logica da plebiscito (la Bindi e io ne sappiamo qualcosa) come quelle che incoronarono Veltroni e ne minarono in partenza la possibilità di reagire alle difficoltà del dopo voto Per il resto però, pensiamo al futuro e lasciamo cadere gli strascichi della troppa litigiosità del passato».
Con Bersani tornerà l’Unione?
«Con noi torna una logica di alleanze, non è una bestemmia parlare di alleanze. Nessuno è riuscito mai a governare in Italia senza alleanze. De Gasperi fu l’unico che ebbe i numeri per fare da solo e preferì costruire alleanze. Lo stesso Berlusconi passa il tempo dietro il suo decisivo alleato Bossi. Non dobbiamo avere paura di fare alleanze se sono necessarie per mandare a casa Berlusconi e governare il paese facendolo uscire dalla crisi».