«Sono soldi di Capoterra»

«Sono soldi di Capoterra»

Alluvione CapoterraAlluvione, mobilitazione contro lo scippo dei fondi

CAPOTERRA «Restituiteci i fondi scippati. Le migliaia di cittadini che cinque anni fa fecero i conti con l’alluvione, i nostri morti, meritano rispetto. Esattamente come Olbia, Torpé, Terralba, tutti gli altri centri sardi colpiti oggi da questa nuova catastrofe. Per questo non si giochi con il dolore e i rischi, si trovino i soldi e il Parlamento corregga subito l’errore del Senato, di tutti quei signori che hanno votato, coscientemente o meno, il trasferimento dei quattrini». È drastica, la posizione del sindaco di Capoterra, Francesco Dessì, che dopo il silenzio «dovuto allo sbigottimento e all’incredulità» sceglie ora la strada della protesta. Esattamente come ha deciso e approvato, in questi giorni il Consiglio comunale, contro «il voto insensato» dei senatori per chiedere la restituzione dei fondi scippati. «Se non dovesse accadere andremo a Roma. È vero, ci sono stati ritardi nella spesa dei finanziamenti assegnati per la messa in sicurezza dell’intero bacino idrografico del rio San Girolamo, ma questo non giustifica il dirottamento dei fondi».

LE DECISIONI Intanto, dopo la proteste e gli annunci di manifestazioni eclatanti (l’Associazione 22 Ottobre ha minacciato di bloccare la statale Sulcitana e riconsegnare le tessere elettorali), la parola passa alla politica . «Si può, si deve rimediare», taglia corto il consigliere regionale del Pd, Marco Espa, il primo ad aver denunciato e diffuso la notizia del dirottamento dei fondi destinati a Capoterra ma anche alle altri zone dell’Isola messe in ginocchio durante le alluvioni di cinque anni fa. «È giusto e importante che i cittadini e gli amministratori locali si mobilitino e tengano gli occhi puntati su Roma, adesso bisogna modificare il comma sbagliato della legge di stabilità. L’altro nodo resta quello della spesa immediata dei fondi. Su questo hanno fallito il presidente Cappellacci e il commissario straordinario Orrù», denuncia Espa.

LA CORREZIONE Nei giorni scorsi era stato Mauro Pili a chiedere un «emendamento per cancellare il misfatto contro la Sardegna». E ieri è intervenuto il deputato Pd, Marco Meloni. «La norma approvata dal Senato, con il consenso di tutte le forze politiche, riguardante la destinazione ai territori colpiti dall’alluvione del 18 novembre delle risorse del fondo a disposizione del commissario straordinario per il dissesto idrogeologico per i comuni colpiti dalle ugualmente devastanti alluvioni del 2004 e del 2008 rischia di privare questi ultimi di risorse necessarie. È necessario intervenire, nel passaggio della legge di stabilità alla Camera, per rimediare a un errore e consentire, senza aprire nessuna competizione tra fatti comunque drammatici, che tutti i territori colpiti dalle alluvioni dell’ultimo decennio possano usufruire dei fondi. Per Meloni «occorre farlo in modo concreto e se possibile unitario, evitando iniziative individuali prive di riscontri effettivi. Nei prossimi giorni proporremo, e mi auguro insieme a tutti i colleghi sardi della Camera, che siano salvaguardate le risorse destinate a Capoterra, Villagrande e agli altri comuni, la cui utilizzazione è già stata programmata». Conti alla mano, 150 milioni già a disposizione del commissario straordinario».

L’ATTESA Si allarga, insomma, la protesta per una scelta considerata assolutamente sbagliata. Una decisione che non può finire nel «gioco della coperta corta» con cui si cerca di affrontare la nuova emergenza che ha colpito Olbia e gli altri centro sardi dimenticandosi di quella passata. «Trascorsa, certo, ma che resta drammaticamente attuale visto che nulla del Piano Hidrodata per la messa in sicurezza del nostro territorio è stato ancora fatto», conclude Francesco Dessì.

Andrea Piras

 

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